Come i russi più avveduti ben sanno (ma non possono dire), accanto alla Russia reale ne esiste una di fantasia, esaltata dalla propaganda. Se pensiamo alla guerra all'Ucraina, la prima è quella di un esercito che ha avuto a disposizione quasi quattro anni il tempo che servì a Stalin per sconfiggere la Germania nazista per impantanarsi sul fronte del Donbas davanti a un nemico molto più debole, mentre la seconda è quella che decanta i trionfi di Putin e assicura che "tutti gli obiettivi saranno conseguiti". Se guardiamo invece alla popolarità del leader, la Russia reale è quella di un regime imposto tramite una polizia brutale, tribunali inesorabili, media asserviti ed elezioni truccate, mentre quella della propaganda racconta di un Putin adorato da un popolo pronto a seguirlo ovunque.
La sera del 31 dicembre la Russia reale e quella della fantasia verranno fuse in un unico personaggio: Vladimir Putin, naturalmente, inserito per l'occasione in un cartone animato. Ebbene sì: in un Paese dove da 26 anni Putin e lo Stato coincidono senza scampo, si sentiva forte il bisogno di farlo comparire anche in un cartoon televisivo, per la gioia di grandi e piccini. La serie animata si chiama Prostokvashino, è la più popolare del Paese e nella puntata intitolata Il vero Capodanno mostrerà per sette minuti il presidente in compagnia di amabili personaggi di fantasia come lo zio Fyodor, il gatto Matroskin e il cane Sharik a fare tutti insieme gli auguri di un felice 2026 ai russi.
Gli esperti di comunicazione chiamano questa un'operazione di soft power, e il portavoce di Putin Dmitry Peskov assicura benevolo che "poiché Putin fa parte della vita di molti fin dalla tenera età, non è stata necessaria alcuna autorizzazione per l'uso della sua immagine". Ci mancherebbe: tutti crediamo volentieri alla libera iniziativa dei creatori di Prostokvashino e non ci sfiora il dubbio che dal Cremlino abbiano "suggerito" di inserire il presidente.
A Putin e a Peskov non passa neanche per la testa che così facendo si provochi un rigetto. O forse lo sanno benissimo, ma contano di continuare a impedire l'espressione di quel rigetto. Lo scorso anno, in occasione delle ultime presidenziali russe vinte poi da Putin con un credibilissimo 87% dei voti, centinaia di migliaia di cittadini sfidarono il rischio schedatura andando a firmare per la candidatura di due oppositori del regime Boris Nadezhdin e Yekaterina Duntsova che furono ovviamente esclusi dal voto con fantasiosi pretesti.
Gran parte di questi coraggiosi (o incoscienti) erano giovani, e motivarono la loro scelta col desiderio di non passare la loro intera vita sotto lo stesso tallone. Ci aveva provato anche un certo Aleksei Navalny: sappiamo come è andata a finire. Purtroppo nella realtà, non in un cartone animato.