Coronavirus

Prosegue la lenta discesa dei contagi. Ma gli ospedali sono ancora in crisi

Per il quinto giorno di seguito dato mobile settimanale in calo. E la Toscana e la Valle d'Aosta rischiano di finire in rosso

Prosegue la lenta discesa dei contagi. Ma gli ospedali sono ancora in crisi

L'andamento è chiaro. Come da noi segnalato già da qualche giorno abbiamo scollinato il picco della terza ondata della pandemia. Il peggio è passato, anche se la discesa è quasi impercettibile. Ci vorranno giorni, settimane forse, perché si vedano i risultati di questa inversione di tendenza. E infatti i numeri meno elastici, quelli sui ricoveri (in ritardo di un paio di settimane rispetto a quelli dei contagi) e sui morti (in ritardo di almeno un mese) continuano a crescere. Ma ci spingiamo a ipotizzare che dopo Pasqua i numeri potranno sorriderci al punto da ipotizzare lo schiarimento di alcune regioni, dal rosso all'arancione. E verso fine aprile si potrebbe iniziare a parlare di qualche timida riapertura. Probabile che questo accada dopo il ponte del 1° maggio. Segnatevi questa data: lunedì 3 maggio. Accettiamo scommesse.

Vediamo i numeri di ieri: i contagi sono stati 13.846. Il fatto che siano meno del giorno precedente non fa notizia, accade sempre di lunedì, quando i dati afferiscono alla domenica. Conta invece il fatto che i contagi siano stati meno della domenica precedente (15.2679 e che quindi il dato mobile dei contagi degli ultimi sette giorni scenda per il quinto giorno consecutivo: il 17 marzo i contagi dei sette giorni precedenti erano 158.596 (265,92 ogni 100mila abitanti), ieri erano 151.962 (254,79). Come ogni lunedì, il rapporto dei tamponi positivi rispetto al totale di quelli effettuati è più alto degli altri giorni: ieri l'8,18 per cento contro il 7,28 di domenica. Ma anche qui il rapporto è inferiore rispetto al lunedì precedente (8,53) e questo è un altro segnale rassicurante.

Salgono i morti, 386 nelle ventiquatt'ore. È da nove giorni che non si scende sotto quota trecento. Il numero di morti degli ultimi sette giorni è 2.829, il 18,07 per cento in più rispetto ai 2.396 della settimana precedente. Ma come detto sono numeri destinati semplicemente a scendere con maggiore lentezza, soprattutto se la campagna vaccinale prenderà lo sprint sperato.

Continuano a crescere anche i dati sull'occupazione dei posti negli ospedali da parte dei pazienti Covid-19. Ieri i ricoverati totali sono saliti di 627 unità, arrivando a quota 31.559, e quelli in terapia intensiva sono cresciuti (per il 33° giorno consecutivo) di 62 unità, arrivando a quota 3.510, con un tasso di occupazione del 38,75 per cento, ben superiore rispetto al 30 che il ministero della Salute ha fissato come limite di guardia. L'Agenas ieri ha confermato i dati da noi riportati negli ultimi giorni: tra le regioni che più sono in sofferenza nei reparti di rianimazione a tutto ieri ci sono le Marche (63,33), la provincia autonoma di Trento (58,89), la Lombardia (58,05), il Piemonte (55,57), l'Umbria (52,52), l'Emilia-Romagna (51,32), il Molise (48.72), il Friuli-Venezia Giulia (46,86), l'Abruzzo (41,40), la Toscana (40,77), la Puglia (39,19), il Lazio (36,16), mentre la provincia autonoma di Bolzano è esattamente al 30,00 per cento.

Si tratta più o meno delle stesse regioni in cui il numero di contagi settimanali per 100mila abitanti è sopra quota 250: Friuli-venezia Giulia (457,21), Emilia-Romagna (382,75), Piemonte (352,92), Marche (320,49), Lombardia (307,17), provincia autonoma di Trento (289,50), Puglia (280,78), Campania (260,15), Toscana (254,78), Veneto (253,75), e Valle d'Aosta (251,13).

Dati che fanno immaginare che valle d'Aosta e Toscana possano da lunedì prossimo finire in rosso.

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