Roma - In Parlamento regge lo schema tra M5s e centrodestra. Al netto del botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, l'intesa tra i due schieramenti segna un altro passo in avanti con la costituzione alla Camera della commissione speciale, che dovrà affrontare i provvedimenti più urgenti, tra cui l'esame del Def, il Documento di economia e finanza. Ieri l'Aula di Montecitorio ha dato il via libera all'istituzione della commissione speciale che sarà composta da 40 deputati. Domani si terrà la prima riunione che procederà all'elezione del presidente: il capogruppo della Lega Giancarlo Giorgetti dovrebbe assumere la guida della commissione. Lo schema ricalca quello del Senato, dove il grillino Vito Crimi è stato eletto presidente grazie ai voti del centrodestra. Alla Camera, il centrodestra detiene la maggioranza nella commissione ma non i voti per eleggere Giorgetti: voti che arriveranno dal M5s. Il Pd si è tirato fuori definendo l'accordo un «patto spartitorio tra i due schieramenti». «Per la presidenza della Commissione speciale è chiaro che c'è un a cui noi non partecipiamo», ha commentato il capogruppo dei dem Graziano Delrio. Mentre Ettore Rosato annuncia che «il Pd non presenterà alcun candidato per la presidenza». «Un accordo c'è già, Lega alla Camera e M5s al Senato», spiega l'ex capogruppo del Pd. I dem puntavano alla guida della commissione con il trasloco di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. Consolidando la prassi delle ultime legislature. Nel 2013, Giorgetti, presidente uscente della commissione Bilancio, fu lasciato alla guida della speciale in attesa della costituzione delle commissioni permanenti. Ma stavolta il quadro politico è completamente cambiato: M5s e Lega hanno piazzato i loro uomini al vertice delle due commissioni. Anche se Fratelli di Italia prende tempo sul via libera a Giorgetti: «Vediamo, decideremo con gli alleati. Io con Giancarlo Giorgetti ho sempre avuto ottimi rapporti. Poi certo serve un accordo più ampio, solo con i nostri numeri non ce la facciamo ad eleggerlo», commenta il deputato di Fdi Guido Crosetto.
Gli atti che verranno incardinati in commissione sono complessivamente 12 tra cui il Def, che anticipa la manovra e che dovrà essere spedito a Bruxelles: documento il cui esame potrebbe slittare di un paio di settimane in attesa del nuovo giro di consultazioni al Colle.
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