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"Troppo tardi", "Non piego la testa": i 5S si ribellano a Conte

Laricchia (M5S) si oppone a un possibile accordo elettorale con il Pd in Puglia: "Non piegherò la testa". E il premier ora viene scaricato dai grillini

"Troppo tardi", "Non piego la testa": i 5S si ribellano a Conte

C'è chi dice "no" al pressing di Giuseppe Conte per favorire le alleanze tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico alle elezioni locali: in mattinata il presidente del Consiglio ha invitato le due forze di maggioranza a valutare la possibilità di correre insieme anche nelle Marche e in Puglia poiché il rischio sarebbe quello di "sprecare una grande occasione". A opporsi al premier è stata Antonella Laricchia, che sul proprio profilo Facebook non ha usato giri di parole per mettere in chiaro la sua posizione: "La mia presenza non è scontata, chiaramente sono sacrificabile in ogni momento, se qualcuno lo decide dall’alto. Ma non chiedetemi di piegare la testa, piuttosto trovate il coraggio di tagliarla".

La candidata grillina alle prossime Regionali in Puglia già nella giornata di ieri, martedì 18 agosto, aveva parlato di "pressioni pesanti" sempre più insistenti affinché si facesse da parte: "Prima mi offrono di essere sistemata a vita o poltrone comode, poi mi minacciano di estromettermi comunque, in qualche modo". Ma l'avvertimento lanciato ai vertici è lampante: "Finché non sarò rimossa da questo ruolo che mi è stato attribuito, andrò avanti a guidare questa opportunità di cambiamento". È stata dunque rigettata senza alcun indugio l'idea di sostenere Michele Emiliano, candidato per il centrosinistra.

Malumori nel M5S

L'intervento del premier a favore di un'alleanza tra M5S e Pd non ha fatto altro che creare l'ennesima spaccatura all'interno del governo. Anche Barbara Lezzi, ex ministro per il Sud, si è schierata al fianco di Alessandra Laricchia e dunque contro la proposta avanzata da Conte: "I vertici del M5S dovrebbero assumersi le responsabilità di essere leader. Quindi, se ritengono, taglino la testa di Antonella Laricchia o la supportino senza esitazioni". Ad assumere un posizione contraria a quella di Conte pure Vito Crimi che, interpellato da Affaritaliani.it, ha sottolineato come eventuali accordi locali con il Pd siano da intendersi "un valore aggiunto, in quanto il risultato di un percorso comune". Pertanto il capo politico del Movimento 5 Stelle ha ribadito che le alleanze vanno fatte solamente dove ci sono le condizioni, rispettando la decisione di quei territori che compiono scelte diverse ripudiando un percorso comune: "Nessuna forzatura deve essere fatta". Gianni Mercorelli, candidato M5S alla presidenza della Regione Marche, ha così replicato: "Comprendo la richiesta di Conte, ma il suo appello arriva fuori tempo massimo. È un percorso che forse, anche da parte sua, poteva essere avviato un po' prima. Non esiste nessuna trattativa col Pd".

Intanto dall'altra parte c'è chi cerca di rafforzare la tesi di Conte e spinge per l'inciucio: Francesco Boccia si aspetta che nelle prossime ore i grillini rispondano all'appello del presidente del Consiglio. "Il Pd ha già risposto, mi aspetto una risposta su Marche e Puglia che superi un ottuso no", ha dichiarato. Il ministro per gli Affari regionali, ospite di Agorà su Rai3, ha evidenziato che - qualora non dovesse arrivare una concreta apertura - "sarà inevitabile la nostra richiesta, dove possibile, di voto disgiunto, perché se non si vota il candidato di centrosinistra vince la destra".

L'ok (e il pressing) del Pd

Il Partito democratico si sta mobilitando a sostegno della posizione dell'avvocato. "Proviamoci fino alla fine", dice Emanuele Fiano contattato da La Repubblica. Si registrano gli interventi anche di Matteo Ricci e Marco Lacarra: il primo (sindaco di Pesaro che è in prima linea per le trattative nella sua Regione) è convinto che il premier abbia "ragione da vendere" e ha invitato le forze di governo a presentarsi insieme soprattutto in Regioni come le Marche "che saranno determinanti per il risultato nazionale"; il secondo (segretario regionale del Pd Puglia) ha confermato il timore di una caduta del governo qualora il centrodestra dovesse stravincere le elezioni Regionali. "Pensare che il voto Regionale non abbia alcun riverbero sul governo nazionale credo sia un atteggiamento irresponsabile", ha avvertito Lacarra.

Per la tenuta dei giallorossi è troppo importante l'esito delle prossime elezioni: Conte ha paura di perdere la poltrona, così come la sua maggioranza.

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