L'emendamento all'articolo 108 della legge di bilancio, presentato da tre esponenti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, che prevede la cancellazione del «bonus cultura» per i diciottenni (500 euro a testa spendibili in libri, teatri, cinema, concerti, giornali, mostre e musei), sembrerebbe figlio di una decisione strategica. L'idea infatti è quella di spostare risorse stiamo parlando di 230 milioni di euro - dalla cosiddetta «18app», che innegabilmente in passato è stata oggetto di frodi e abusi, a un nuovo fondo a favore della filiera del libro e delle biblioteche e ad incrementare il welfare dello spettacolo, che sale da 40 a 100 milioni. Il punto, però, è che al di là delle buone intenzioni, il provvedimento va in senso contrario allo spirito del Pnrr che si inserisce non a caso nel programma chiamato «Next Generation EU». Abolire, o comunque snaturare, un bonus che concretamente investe sui giovani, al netto di possibili distorsioni del meccanismo, significa rinunciare a scommettere sul futuro del Paese. Soprattutto (e mediaticamente l'effetto è devastante per la maggioranza) significa mandare un segnale sbagliato di disinteresse per la parola di cui non c'è politico che non si riempia la bocca: «Cultura». Il bonus per i diciottenni, da quanto fu introdotto da Matteo Renzi, nel 2016, ha svolto una importante funzione sociale, ed è stato uno spot molto efficace per avvicinare i ragazzi ai mille richiami della cultura. Ora associazioni di categoria, mondo del libro e della musica giustamente hanno alzato la voce, e chiedono al governo di ripensarci. Tanto più che anche Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus ispirato al nostro. La «18app» può essere perfezionata, certo; non abolita. Se si vuole spingere il Paese fuori dalla crisi e aiutare concretamente una categoria fra le più sfavorite come quella dei giovani, in bilico fra studio e lavoro, è chiaro a tutti che occorre favorire il consumo di libri, cinema, musica, teatro, e offrire nuove opportunità di crescita e di conoscenza. Apparirà retorico, ma così è.
Proprio il ministro Gennaro Sangiuliano ieri, alla fiera dell'editoria «Più libri più liberi» che si tiene a Roma, ha ribadito come «La crescita dei cittadini passa attraverso la lettura». Aggiungendo: «Sul bonus Decide il Parlamento». Lo prendiamo come un invito a non a cancellare un aiuto concreto per i più giovani.
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