Socialisti europei a testa bassa contro la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. La squadra di governo dell'Unione è stata appena varata e già il secondo azionista della maggioranza, il Pse, attacca la numero uno dell'esecutivo, espressione del primo azionista, cioè il Ppe. Motivo della polemica: la delega all'immigrazione, che prima era in capo al dicastero Affari interni e che ora è finita fra le competenze di quello dedicato a «Proteggere il nostro stile di vita europeo». Fra i primi a sollevare il caso e a chiedere spiegazioni è Juan Fernando López Aguilar, presidente della commissione Libertà civili dell'Europarlamento e il deputato britannico Claude Moraes, laburista. Il problema nasce prima di tutto perché ai socialisti l'intestazione del portafoglio dove finiranno i dossier relativi all'immigrazione evoca la destra. Ma anche perché la von der Leyen ha affidato gli Affari interni alla socialista svedese Ylva Johansson e il portafoglio sullo stile di vita alla al greco Margaritis Schinas, nominato dal governo di centrodestra di Atene. Dunque, per Moraes c'è anche una questione politica. «Che csoa vuol dire Proteggere il nostro stile di vita europeo? - si sfoga il laburista - È un'espressione molto di destra». È vero che la von der Leyen nella conferenza stampa di presentazione della sua squadra ha detto chiaramente che «bisogna riformare il regolamento di Dublino», che obbliga l'Italia (e gli altri Paesi in prima linea come Spagna e Grecia) a gestire le domande di asilo di chi arriva da fuori Europa.
Ma per Moraes l'attribuzione della competenza della questione immigrazione nell'ambito della nuova commissione resta quanto meno «confusa». Serve «un chiarimento - insiste - o è stato un errore ed è inaccettabile. Oppure è scelta deliberata, il che è ancor peggio».
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