Quello pseudo incentivo all'utero in affitto

M atteo Renzi ha detto che l'utero in affitto rende la donna oggetto di mercimonio. Ha riconosciuto che mentre per le unioni civili omosessuali il Parlamento e il Paese sono favorevoli, per quanto riguarda la maternità surrogata non è così. Si augura addirittura una battaglia che unisca donne e uomini di ogni nazionalità, affinché la pratica sia bandita ovunque si realizzi. L'ha definita una sfida culturale, in cui però non vuole dare il suo contributo. Anzi, con la legge Cirinnà non farà altro che incentivarla. Con l'articolo sulla stepchild adoption il governo non apre all'adozione dei bambini abbandonati, che continuerà a essere riservata alle coppie eterosessuali sposate, ma soltanto a quella del figlio biologico del partner. Come potrà avere un figlio, una coppia di omosessuali maschi, se non attraverso la surrogata? Per loro è l'unica possibilità.Dal momento che le procure stanno già autorizzando il riconoscimento dei bambini avuti all'estero tramite utero in affitto, la stepchild adoption è un ulteriore e malcelato invito ad utilizzarla. Non c'è nessuna volontà di bandirla od osteggiarla. Sarebbe bastato specificare che l'adozione del figliastro è consentita soltanto laddove i bambini non siano stati concepiti attraverso una surrogata praticata in un altro Paese, e questa specificazione non c'è. L'invito di Renzi alla sfida culturale è un eroico «armiamoci e partite». Se il premier e il suo governo ritenevano che le coppie omosessuali dovessero godere di pari diritti genitoriali, era legittimo aprire alle adozioni tout court, invece di spingerle alla fabbricazione di un bambino ugualmente estraneo da sé. L'omogenitorialità è resa possibile dallo sfruttamento del corpo di donne che vivono in condizioni di disagio economico. Favorisce nei fatti la pratica dell'abbandono del neonato da parte della madre. Per sostenere che ogni bambino ha bisogno della madre, di essere allattato e accudito da lei, si possono invocare centinaia di studi ma dovrebbe essere sufficiente il buon senso. Limitiamoci a ricordare che durante il travaglio, il parto e l'allattamento, nella donna si determina un aumento considerevole di ossitocina. Un ormone che stimola i comportamenti materni di cura ed accoglienza del figlio che se ne gioverà. Il dibattito continua a essere incentrato sui diritti e desideri di adulti che per essere soddisfatti devono contemplare la svalutazione della figura materna e dei bisogni dei bambini. Con l'aumento massiccio dei divorzi abbiamo avuto il bisogno di credere che per loro la perdita del nucleo originario non sia un problema è invece lo è.

Il bambino soffre la separazione dei genitori, soffre alla nascita di una nuova famiglia allargata, e oggi, nella società in cui viviamo, soffrirebbe ad avere due mamme o due papà diversamente dai suoi coetanei. I suoi diritti non sono più una prova tangibile della nostra civiltà?

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