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Il pugno duro del governo funziona: l'Ong rinvia la missione in mare

La nave Aita Mari ha rinviato una missione di salvataggio di migranti nel Mediterraneo centrale: si temono sanzioni e misure disciplinari dall'Italia

Il pugno duro del governo funziona: l'Ong rinvia la missione in mare

La posizione assunta dal governo italiano sul fronte immigrazione inizia a dare i primi risultati positivi. La linea del governo è quella di garantire soccorso e assistenza ai fragili, senza però favorire un'accoglienza di migranti a ruota libera. Il pugno duro dell'esecutivo Meloni comincia a essere percepito come un freno dalle Organizzazioni non governative che sperano di attraccare in Italia. È il caso di una Ong dei Paesi Baschi, che prende tempo in attesa di capire l'evolversi della situazione.

La missione nel Mediterraneo

L'Ansa riferisce che Salvamento Marítimo Humanitario ha annunciato il rinvio di una missione di salvataggio di migranti prevista nel Mediterraneo centrale. Si tratta della nave di soccorso umanitario Aita Mari. È stato ritenuto necessario ricorrere a questa decisione a causa delle "incertezze che ci sono in Italia sulle misure che potrebbe prendere il nuovo governo", restando dunque in attesa di "conoscere meglio" cosa potrebbe accadere.

Nella giornata di venerdì l'Ong avrebbe completato le visite del servizio ispettivo con esito "soddisfacente". Tuttavia l'Autorità marittima avrebbe chiesto che la sua attività nel Mediterraneo venga momentaneamente sospesa. Una richiesta "straordinaria" da parte del Capitanato Marittimo di Castellón.

I timori dell'Ong

Alla base della scelta figura anche una serie di timori su eventuali misure disciplinari italiane poiché potrebbero avere ripercussioni molto negative sulle certificazioni di sicurezza del settore navale spagnolo in generale. Come si legge sul sito eitb.eus, ad esempio il fermo della nave potrebbe avere "un effetto devastante per il settore marittimo spagnolo" perché perderebbe la sua attuale categoria in termini di sicurezza (ora ha quella bianca) che garantisce la massima sicurezza alla flotta.

Tra le altre cose si temono la perdita di merci e l'aumento dei costi, come i premi assicurativi su altre navi certificate dalle autorità spagnole. Pertanto, alla luce di "un possibile arresto dell'Aita Mari in Italia", la nave di soccorso e aiuto umanitario potrebbe rimanere nelle acque spagnole fino alla fine dell'anno.

L'Italia consente solo lo sbarco parziale delle persone soccorse, in particolare quelle che si trovano in uno stato più vulnerabile. Ecco perché non tutti i migranti a bordo della Humanity 1 e della Geo Barents sono scesi a terra. Per Salvamento Marítimo Humanitario si tratta di una situazione "surreale". "L'Italia vieta lo sbarco completo delle persone a bordo di Humanity 1 e Geo Barents e chiede che le navi tornino a lasciare il porto. Far tornare indietro le persone che cercano protezione è un crimine. Nel frattempo Rise Above e Ocean Viking continuano ad aspettare in mare.

Siamo solidali con tutti loro!", ha scritto l'Ong.

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