Il pullman va in fiamme, l'autista salva 25 ragazzi. "Le loro vite prioritarie"

Mauro, 48 anni, lavora per la Croce Rossa: "Fermato l'autobus, ho fatto scendere tutti"

Il pullman va in fiamme, l'autista salva 25 ragazzi. "Le loro vite prioritarie"

Gli angeli custodi esistono. E qualcuno, di mestiere, fa l'autista di autobus. È il caso di Mauro Mascetti (si fosse chiamato Angelo, avrebbe svelato la sua vera identità), 48 anni, sposato, due figli, dipendente della Croce Rossa di Como.

L'angelo, di nome Mauro, ieri avrà certo ricevuto i complimenti di chi lo ha mandato sulla Terra per salvare 25 ragazzini che sarebbero morti bruciati, se lui non fosse stato pronto a bloccare il pullman, facendo scendere i passeggeri appena un attimo prima che il mezzo venisse avvolto dalle fiamme. Dopo pochi secondi e lo scuolabus si è trasformato in uno scheletro di ferraglia incenerita.

Per fortuna gli studenti (tra i 14 e i 16 anni) erano già tutti al sicuro, fuori dalla galleria nella quale l'autobus è andato in fiamme forse per l'esplosione di uno pneumatico, forse per un guasto dell'impianto elettrico o chissà per quale altra ragione. Fatto sta che quando Mauro ha iniziato a sentire puzza di bruciato (in tutti i sensi), ha tirato il freno a mano, ha aperto le porte del pullman, ha fatto mettere i giovani in fila indiana e li ha scortati fino all'uscita del tunnel.

L'incidente è avvenuto infatti nella galleria Fiumelatte (Lecco) lungo la SS36 in direzione Livigno La comitiva era partita poco prima dall'oratorio di Lipomo (Como) ed era diretta a un campo-scuola per un periodo di vacanza.

A bordo la tipica allegria da gita. Risate, canzoni, cori in onore dell'Italia campione d'Europa. Anche Mauro partecipa alla festa, pur rimanendo sempre concentrato alla guida; tanto concentrato che, dopo circa un'ora di viaggio, si accorge che «qualcosa non va». E prende la decisione più saggia: una di quelle che marcano la flebile linea di confine tra una strage e un pericolo scampato. L'intuizione di Mauro è quella vincente: pochi attimi dopo aver abbandonato l'autobus, la fiammata. Quando arrivano i vigili del fuoco il mezzo è già semi-carbonizzato. Ma è un intervento senza ansia: a bordo non c'è nessuno.

I protagonisti del «fuori programma» sono tutti a bordo strada, al sicuro, «Appena abbiamo capito cos'era successo, abbiamo abbracciato Mauro. Sembravamo i compagni di squadra di Donnarumma dopo il rigore decisivo parato contro l'Inghilterra», racconta uno dei ragazzi. Mauro, proprio come il portierone degli Azzurri, fa il modesto: «Ma quale eroe. Ho cercato di spegnere l'incendio ma non ci sono riuscito. La priorità era salvare le vite dei ragazzi. Ho fatto solo una cosa normale»; sarà, ma gli abbracci dei familiari degli studenti dimostrano come Mauro abbia fatto molto di più di una «cosa normale». E se gli Azzurri di Mancini ieri sono stati festeggiati dal presidente Mattarella e dal premier Draghi, a Mascetti toccherà un ringraziamento istituzionale un po' più modesto, ma ugualmente significativo: «Oggi Mauro Mascetti, salvando 25 ragazzi, si è reso protagonista di un gesto eroico. Avrò il piacere di averlo ospite in una delle prossime sedute del Consiglio regionale per testimoniargli personalmente la gratitudine dell'istituzione lombarda e attribuirgli un doveroso riconoscimento», ha assicurato il presidente dell'Assemblea regionale lombarda, Alessandro Fermi.

I «riconoscimenti» terreni fanno sempre piacere, ma Mauro - in quanto angelo - è abituato a volare alto.

Più di Donnarumma.

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