Non ha dubbi: «Siamo al punto più basso nella storia della magistratura».
Perché, dottor Nordio?
«Perché l'uscita del presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, quel quasi minacciare una ferma reazione davanti all'iniziativa referendaria, mi pare un'affermazione impropria, ambigua e pericolosa».
Impropria?
«Un potere - spiega Carlo Nordio, uno dei più noti pm italiani, oggi in pensione - non attacca un altro potere dello Stato. E poi ambigua perché non si capisce quale sarebbe la reazione».
Quanto al pericolo?
«Chi ha letto il libro di Luca Palamara può legittimamente coltivare sospetti e scoprire singolari coincidenze nello sviluppo di certe indagini».
Siamo nella stagione degli scandali.
«Il primo è quello che ha portato a galla proprio Palamara con le sue rivelazioni: il sistema ne regola la vita associata della magistratura».
Gli altri?
«Il caso Storari- Greco alla procura di Milano, la più importante d'Italia, ha aperto nuovi inquietanti scenari sulla gestione delle inchieste e sul trasferimento disinvolto dei verbali; subito dopo abbiamo scoperto che un procuratore aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale, è addirittura indagato perché non avrebbe depositato documenti utili per l'inchiesta».
Siamo a tre.
«Ma lo scandalo più grave è un altro: il Csm, invece di interrogarsi seriamente e di fare autocritica dopo quel che aveva raccontato Palamara, ha pensato bene di espellerlo dalla magistratura e di metterci una pietra sopra. Una manifestazione di arroganza e anche una contraddizione in termini».
Contraddizione?
«L'Anm ha ipotizzato una ferma reazione davanti all'idea di dare voce al popolo con i referendum; contemporaneamente si è messa di traverso all'idea di costituire in Parlamento una Commissione d'inchiesta che si occupi degli scandali delle toghe. Non vuole interferenze del Parlamento, ma non vuole nemmeno lasciar esprimere il popolo».
Non vuole intromissioni?
«No, quello che sa fare è radiare in fretta Palamara e sotterrare l'imbarazzo».
Di chi sono figli questi scandali?
«Venticinque anni fa predicavo nel deserto: i giudici non volevano essere controllati».
Con Mani pulite - secondo l'avvocato Gaetano Pecorella - la magistratura conquista il potere e fatalmente comincia ad andare in crisi.
«Il potere, a dispetto di quello che sosteneva Giulio Andreotti, logora. E più sali più cadi fragorosamente. Preciso che naturalmente era eccessiva la glorificazione degli anni Novanta, così come è esagerata la crocifissione oggi. Aggiungo che è una minoranza, in sostanza l'Anm, ad aver sporcato dolorosamente, almeno per me, la nostra immagine di toghe».
Si doveva sciogliere il Csm delegittimato da una raffica di dimissioni?
«Il presidente della Repubblica non ha questo potere».
Però?
«Capisco la prudenza di Mattarella se pensiamo a Cossiga. Cossiga si scontrò con le toghe e fu delegittimato e infangato per la vicenda Gladio».
I referendum fanno male alla giustizia?
«No, sono sacrosanti.
E semmai sono uno stimolo al Parlamento che è paralizzato. L'Anm sbaglia nel contrapporre il Parlamento al popolo. È un grave errore di valutazione, ma anche uno sconfinamento non gradito. L'ultima mossa sbagliata di una minoranza che ha perso autorevolezza e credibilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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