RomaIn Europa manca una seria e credibile leadership e questo anche per colpa dell'egemonia esercitata in questi ultimi anni da una Germania che guarda solo ai suoi interessi e non certo a quelli dell'Ue. Ed è questa - hanno convenuto Silvio Berlusconi e Vladimir Putin nel faccia a faccia notturno di giovedì - una delle principali ragioni della tensione tra un Unione europea schiacciata sulle ragioni di Washington e la Federazione Russa. Di qui, la promessa dell'ex premier di farsi ambasciatore in tutte le sedi - a partire dal governo italiano - per perorare le ragioni di Mosca e chiedere se non il ritiro delle sanzioni quantomeno la non applicazione.
Il leader di Forza Italia e il presidente russo si sono incontrati l'altro ieri che era già mezzanotte passata e sono rimasti insieme fino a dopo le tre e mezza. Una sorta di riunione tra vecchi amici, in un clima informale non solo per la sede (la villetta milanese di Berlusconi in via Rovani) e perché ad attendere Putin c'erano tutti e cinque i figli dell'ex premier (Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi), ma anche per una cena davvero ristretta e senza i vincoli imposti dai protocolli diplomatici. Non a caso, a tavola erano seduti in quattro: Berlusconi e Valentino Valentini (il deputato azzurro che negli anni di Palazzo Chigi ha gestito tutti i dossier esteri dell'allora premier) da una parte, Putin e l'interprete dall'altra.
Un incontro, racconterà l'indomani Berlusconi a chi ha occasione di sentirlo al telefono, dalla «forte dimensione umana», perché come è noto i rapporti fra i due vanno ben oltre la sfera della politica. Vis a vis , Putin ha ribadito all'ex presidente del Consiglio le ragioni di Mosca nel braccio di ferro con l'Ucraina, ha puntato il dito contro l'approccio «ostile» degli Stati Uniti e contro Barack Obama che avrebbe «fomentato» la crisi e non ha nascosto forti perplessità sul ruolo dell'Europa e in particolare della cancelliera Angela Merkel. Tutti argomenti su cui il leader di Forza Italia conviene non da ieri, convinto non solo delle argometazioni di Putin ma anche molto critico sulla scelta di isolare la Russia in questo particolare momento storico. Perché - è il senso delle riflessioni fatte da Berlusconi - oggi dovremmo collaborare con un Paese cristiano come la Federazione Russa invece di aprire un nuovo fronte ad est quando già c'è quello a nord con il fondamentalismo islamico.
D'altra parte era anche questo lo spirito con cui l'ex premier si era fatto promotore nel 2002 degli accordi di Pratica di Mare sottoscritti da Putin e George Bush per sancire un riavvicinamento tra Wasinghton e Mosca. Uno spirito «ormai lontano», è la preoccupazione del leader di Forza Italia, secondo cui isolare la Russia in un momento in cui si stanno riscrivendo gli assetti geopolitici globali potrebbe essere un «errore imperdonabile». Ecco perché le sanzioni a Mosca «rischiano di essere un'arma a doppio taglio». Tutte riflessioni, queste, che Berlusconi ha girato a Matteo Renzi, invitandolo a rivedere la posizione italiana.
Si è parlato, ovviamente, anche di gas, perché la fornitura russa all'Europa è uno dei punti centrali del problema.
Non solo perché Mosca minaccia di lasciare l'Ucraina al freddo per tutto l'inverno, ma anche perché pure le forniture europee potrebbero essere coinvolte nel caso la crisi tra Mosca e Minsk dovesse acquirsi e, magari, gli ucraini decidessero di prelevare il gas destinato all'Europa che passa sul loro territorio (è già accaduto). Berlusconi è convinto che alla fine non si arriverà a tanto e che la ragione «prevarrà», ma anche lui si è reso conto che era da tempo che i rapporti tra Mosca e Wasinghton non risultavano tanto tesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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