Ma Putin (a parole) ha già vinto la guerra

Lo Zar: "Infranto il mito delle armi occidentali". E Zelensky arruola altri 450mila uomini

Ma Putin (a parole) ha già vinto la guerra
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Se il conflitto ucraino si combattesse a parole, Vladimir Putin riporterebbe una vittoria schiacciante. Il suo intervento ieri al Consiglio del ministero della Difesa di Mosca è stato una celebrazione, come se il suo esercito avesse già la vittoria in tasca. Lo zar del Cremlino ha iniziato affossando il mito dell'invulnerabilità degli armamenti occidentali, «ormai si è infranto. Le forze ucraine stanno subendo perdite significative e sprecano le loro riserve nel tentativo di fare vedere risultati positivi sul campo ai propri sostenitori, ma le loro armi servono a ben poco e non ribalteranno le sorti della guerra».

Putin fa quindi un passo indietro su possibili negoziati, «li facciano pure Europa e Stati Uniti, noi continueremo a difendere i nostri interessi nazionali. Non rinunceremo a ciò che è nostro», ha aggiunto, riferendosi al 17,5 per cento del territorio riconosciuto internazionalmente come parte Ucraina, ma controllato da Mosca. Di adesione di Kiev alla Nato non vuole neppure sentirne parlare, «non potrà essere accettabile neppure tra vent'anni», e ritiene l'Alleanza Atlantica «fuori controllo. Continua a condurre una guerra ibrida contro la Russia, a fornire a Kiev informazioni di intelligence in tempo reale e a trasferire armi, ma sarà tutto inutile».

Sul fronte degli armamenti va detto che anche Mosca ha i suoi problemi. Putin lo sa bene: «Servono più droni, più satelliti e carri armati moderni», e sulle forze nucleari strategiche rivela che «entro la fine dell'anno 15 lanciatori di sistemi missilistici Yars e Avangard saranno messi in servizio di combattimento, così come 4 sottomarini equipaggiati con missili balistici». Senza dimenticare l'utilizzo di gas velenosi, come rivela la Cnn, nella regione di Zaporizhzhia.

Il Cremlino gonfia il petto anche di fronte al 12° pacchetto di sanzioni presentato da Bruxelles, che prevede i divieti di vendita e acquisto di diamanti provenienti dalla Federazione Russa. Per il portavoce Peskov si tratta di «misure prevedibili. Esistono metodi per evadere le sanzioni e li applicheremo».

Sul fronte ucraino ieri ha parlato Denys Prokopenko, comandante della 12esima brigata delle forze speciali Azov, uno che la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle durante la carneficina di Mariupol. Prokopenko ritiene che il conflitto continuerà per anni e ha invitato tutti a unirsi alle forze di difesa o a fornire una retroguardia affidabile. «La Russia non rinuncerà mai ai suoi obiettivi geopolitici e non lascerà uscire l'Ucraina dalla sua sfera di influenza. La guerra durerà fino a quando saremo in grado di resistere. Qualsiasi tregua o accordo aiuterà Mosca ad accumulare risorse per un'ulteriore offensiva». Zelensky, che per il momento conferma Zaluzhny al comando delle truppe, corregge il tiro e alla Bbc dichiara: «Non stiamo perdendo la guerra e ci sentiamo nell'Ue.

Sono in arrivo nuovi sistemi di difesa aerea Patriot americani. Valutiamo di arruolare altri 450mila uomini. Nessuna mobilitazione per le donne». Zelensky ha aggiunto che non rivelerà i dettagli delle operazioni militari che prevede di attuare nel 2024.

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