Putin sferza Usa e Nato. La telefonata di Draghi: "Gas garantito all'Italia"

Il leader russo: "Rischio conflitto se Kiev entra nell'Alleanza". Zelensky: "Una guerra europea"

Putin sferza Usa e Nato. La telefonata di Draghi: "Gas garantito all'Italia"

Per la prima volta dall'inizio dell'anno, Vladimir Putin affronta pubblicamente le tensioni con l'Occidente, accusando Usa e Nato di aver «ignorato» le preoccupazioni di Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che una risposta formale alle proposte americane volte a ridurre l'escalation della crisi ucraina è ancora in fase di elaborazione e sarà pronta non appena il presidente «lo ritenga opportuno». Putin però, in una conferenza stampa con il premier ungherese Viktor Orban, ha definito chiaro «che le principali preoccupazioni russe sono state ignorate», accusando Washington di usare Kiev come uno «strumento» per il contenimento della Russia. Quanto a un eventuale ingresso dell'Ucraina nella Nato, Putin ha spiegato - lo riporta l'Interfax - che potrebbe creare il rischio di un conflitto a causa della Crimea. Secondo Mosca, Nato e Usa si dovrebbero impegnare a escludere qualsiasi ulteriore espansione verso est dell'Alleanza Atlantica e a rifiutare l'ammissione dei Paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica. Richieste respinte da entrambe. «È sbagliato collegare le proposte sulla sicurezza che abbiamo fatto a Stati Uniti e Nato con la situazione in Ucraina. La sicurezza europea è una questione più ampia, anche se questa cosa viene presentata come se fosse il prezzo che chiediamo per sicurezza, invece le questioni non sono assolutamente legate», ha commentato l'ambasciatore russo all'Onu Vassily Nebenzia, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza. E alla domanda se un'attuazione degli accordi di Minsk potrebbe essere un primo passo per la de-escalation, ha sottolineato: «Prego che gli accordi siano attuati, sfortunatamente le autorità ucraine ora hanno dichiarato apertamente che sono inattuabili e irrealizzabili se non vengono rivisti e modificati. Era un pacchetto e se non viene attuato come pacchetto non accadrà nulla».

Ieri mattina, intanto, Putin ha avuto una conversazione telefonica con il premier Mario Draghi per discutere gli ultimi sviluppi sull'Ucraina. Draghi ha sottolineato l'importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della situazione, e sono stati concordati un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi e l'esigenza di ricostruire un clima di fiducia. Sempre ieri si sono parlati anche il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di stato Usa Antony Blinken, il quale ha sollecitato Mosca «a perseguire la via diplomatica», chiedendo «una immediata de-escalation, il ritiro delle truppe russe e dell'equipaggiamento militare dai confini ucraini», e ammonendo che «una ulteriore invasione dell'Ucraina avrà conseguenze rapide e severe». Blinken, fa sapere Foggy Bottom, ha sottolineato la disponibilità degli Stati Uniti, bilateralmente e insieme agli alleati e partner, a continuare uno scambio sostanziale con la Russia sulle reciproche preoccupazioni di sicurezza». Lavrov, tuttavia, secondo fonti americane, «non ha fornito alcuna indicazione» di piani imminenti per una de-escalation. Blinken ha parlato della crisi anche in una telefonata a quattro con l'alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il presidente in carica dell'Osce, il ministro degli affari esteri della Polonia, Zbigniew Rau.

A Kiev, il premier britannico Boris Johnson ha incontrato ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e ha avvertito che c'è un pericolo «chiaro» e «imminente» di intervento

militare russo, «di una guerra europea a tutti gli effetti» e che gli ucraini sono pronti a combattere «sino alla fine». «I russi dovrebbero ascoltarci e capire che la guerra è qualcosa di cui nessuno ha veramente bisogno».

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