Putin vuol fare piazza pulita Ma rischia tutte le medaglie

Il leader russo richiama i capi delle federazioni, via il responsabile del laboratorio sotto indagine. Il Cio minaccia di cancellare i successi recenti

Putin vuol fare piazza pulita Ma rischia tutte le medaglie

Oro, argento, bronzo, medaglie false, taroccate. La madre Russia è svergognata dalle accuse dell'agenzia mondiale antidoping, il suo sport è drogato, le sue vittorie, fasulle, il podio, la bandiera, l'inno, tutto una farsa, il Cio si dice pronto a ritirare le medaglie russe. Il laboratorio di analisi sportive, con sito a Mosca, è stato chiuso con effetto immediato, il direttore Grigory Rodchenkov si è dimesso e test di controllo medico sono stati sequestrati e affidati ad altri centri diagnostici, oggi Putin tiene a rapporto tutti i capi delle federazioni sportive, tra un anno Rio de Janeiro ospiterà i Giochi dell'Olimpiade estiva, i brasiliani, umiliati nell'ultimo mondiale di football da loro organizzato, rischiano di vedere i Giochi della pace trasformati nei Giochi della guerra. La guerra alla Russia e ai suoi fratelli, negato il visto di accesso, negata la possibilità di ribadire vittorie, argenti, bronzi dei giochi di Londra, ottantatré in tutto, alle quali andrebbero aggiunte quelle dei Paesi satelliti, Kazakistan, Bielorussa, Tagikistain, Kirghizistan e Armenia che portarono il bottino totale del 2012 a 122 medaglie: false, truffaldine.

La Russia ha tenuto gli occhi chiusi dinanzi alla truffa, nei prossimi giorni dovrà rispondere alle accuse: «Se ci sono delle accuse, devono essere sostenute da qualche prova, finchè non ne vengono prodotte è difficile accettare accuse che appaiono abbastanza infondate» si difende il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov. Lo sport dell'est torna ai tempi grigi degli anni Settanta, quando la Germania, cosiddetta democratica, portava a casa vittorie e primati in ogni dove, ingannando il mondo e gli atleti stessi, drogati, prima eroi e poi vittime, stremati da tumori, mali oscuri, depressioni, infine morti precoci. Era il doping di Stato, marchio dei regimi, per dimostrare, attraverso lo sport, il proprio dominio e la propria forza politica. I cinque cerchi olimpici sono cinque numeri zero, cinque cerchi di fuoco e di fango, i giochi d'estate a Londra, quelli invernali a Sochi, i mondiali di nuoto a Kazan, tutto è un film dell'orrore. L'Interpol ha annunciato un'inchiesta mondiale sul doping, guidata dalla Francia (!?) e dal magistrato Renaud van Ruymbeke, con sede a Lione. L'operazione ha il nome di Augias, il re greco le cui scuderie non erano mai state pulite fino al giorno in cui Ercole, tra le sue fatiche, non pensò a lavarle. La madre Russia che non è la sola con la faccia sporca, lo sono la Francia, la Spagna con lo stregone del sangue Fuentes, la Cina, la Giamaica, l'Africa, zone d'ombra, odore di inganno in pista, in palestra, in piscina, sui campi di sci e di gioco, l'atletica con il mezzofondo e il fondo, il nuoto, lo sci di fondo, il canottaggio. E gli Stati Uniti di America non possono pensare di essere, come sempre, angeli immacolati, nel nome dell'anticomunismo hanno creato mostri in tutti gli sport ma illustrandoli come fenomeni, figli del vento e della natura, sottraendoli spesso a controlli e controllori, perché gli americani ritengono di non avere nessuno al di sopra di se stessi. Lo sport vive con le proprie leggi, la sua libertà spacciata come indipendenza diventa essa stessa dipendenza dal risultato, dalla prestazione esasperata, dalla vittoria a tutti i costi, dalla necessità di ricorrere alla droga, lo stupefacente per stupire, per battere il rivale. La Russia è nuda, oggi. Ma Putin vuole spogliare gli altri attori del circo mondiale.

Non è più guerra fredda, è lotta aperta, bollente. Un'Olimpiade senza la Russia è un'Olimpiade falsa come il doping, Giochi fintamente puliti per chi pensa di lavarsi la coscienza colpendo un solo Paese che ha i fili scoperti. Lo sport finisce sconfitto da se stesso.

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