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"Ma quale rottamatore... Renzi è solo un occupatore"

Berlusconi non ha digerito l'esclusione di Forza Italia dagli accordi sulla Consulta. Fibrillazione alle Camere, botta e risposta Brunetta-Romani

"Ma quale rottamatore... Renzi è solo un occupatore"

«Ma quale rottamatore? Renzi è un occupatore». Non è passata l'ira di Berlusconi sui metodi del presidente del Consiglio. Il blitz renziano che ha escluso Forza Italia dalla partita della Consulta con il sacrificio del candidato azzurro Francesco Paolo Sisto lascia delle ferite aperte. Il Cavaliere era già andato giù duro contro il premier mercoledì sera durante la presentazione del libro di Bruno Vespa e anche ieri, a Roma per incontri privati, l'ex premier non ha nascosto la propria delusione: «È bulimico di potere», dice riferito a Renzi. Non solo: «Se l'avessi fatto io quando ero al governo ci sarebbe stata una rivolta di piazza...», sottolinea l'aggravante.

Ma a parte il fastidio per il modus operandi del presidente del Consiglio, sfacciatamente arrogante, Berlusconi condanna l'azione del governo. In particolare l'ex premier punta il dito contro il pasticcio dei decreti salva banche del governo. Centomila persone che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita e le principali associazioni a difesa dei consumatori accusano Palazzo Chigi di aver messo in campo un bail-in mascherato per salvare i quattro istituti.Ad attaccare su questo fronte, ci pensa la fidata Deborah Bergamini che accusa: «La scelta di inserire il decreto salva banche all'interno di una legge già complessa come quella di Stabilità ha comportato l'impossibilità di discutere in modo approfondito un provvedimento così importante». Non solo: «Il fondo di solidarietà di soli 100 milioni di euro per risarcire le vittime delle quattro banche - continua Bergamini - non è neppure un palliativo, non è assolutamente in grado di porre rimedio al danno creato, dato che le stime più ottimistiche calcolano in almeno 800 milioni gli euro bruciati dall'operazione. In commissione il governo non ha voluto prendere in considerazione le nostre proposte migliorative, frutto dell'ascolto dei territori e delle persone truffate in questa vicenda. Auspichiamo che si ravveda in Aula e apra finalmente il confronto su questo provvedimento ingiusto e dannoso, ascoltando con serietà le proposte delle opposizioni».Insomma, nessuno sconto a Renzi, anzi: attacco frontale. Non c'è un problema di linea politica, quindi, sebbene in Parlamento si registri l'ennesima fibrillazione interna.

Malumori davanti ai quali il Cavaliere fa spallucce anche se, in verità, non ha apprezzato in toto i toni del capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta che l'altro giorno s'era scagliato violentemente contro Renzi. Proprio il capogruppo alla Camera è tornato al centro delle polemiche con alcuni parlamentari azzurri che non gli hanno risparmiato delle critiche. Laura Ravetto parla chiaro: «La vera abilità di Renzi è quella di infilarsi come un cuneo nelle difficoltà degli altri partiti; io faccio autocritica, ma c'è una soluzione, al Senato come alla Camera: non si può mettere in discussione il solo Brunetta, ora iniziamo a parlare di elezione democratica dei due capigruppo». Già, Paolo Romani; proprio il capogruppo al Senato in due interviste critica il collega della Camera parlando di «disfatta su tutta la linea... E la linea non può essere dettata solo da chi urla o da chi la spara più grossa». Risposta di Brunetta: «Alla Camera sto solo attuando la linea del documento approvato da tutti ad agosto dal massimo organismo direttivo del partito, su proposta di Berlusconi».Stallo, invece, sulle candidature alle prossime amministrative anche se le trattative non si fermano mai.

Ieri sera, per esempio, durante la cena di Natale organizzata dai fratelli Zappacosta di Azzurra Libertà, Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini in Campidoglio ha espressamente chiesto un faccia a faccia a Davide Bordoni, coordinatore Grandi Città di Roma Capitale di Forza Italia.

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