Economia

Ma quale "svolta buona" L'Italia è ferma al palo Pure la Grecia fa meglio

La crescita è solo presunta, frenata rispetto al primo trimestre: l'industria non va. Sprecati il Qe della Bce e il calo del prezzo del greggio

Ma quale "svolta buona" L'Italia è ferma al palo Pure la Grecia fa meglio

L'aumento di 0,2 punti di Pil nel secondo trimestre non è una ripresa dal fondo, quello in cui siano caduti nel 2012-'14 coi governi Pd, che ci hanno regalato una caduta del Pil di circa 5 punti. È una ripresa per i fondelli, come la dichiarazione di Matteo Renzi che parla di svolta e di Per Carlo Padoan che dice che sono state rispettate le previsioni, mentre è vero l'opposto perché il consensus degli analisti era +0,3%. È una ripresa per i fondelli, perché il governo continua a vantare successi che non ci sono.

Poco fa Renzi aveva dichiarato che l'aumento dei contratti a tempo indeterminato indica che il Jobs Act ha generato occupazione. Ma ciò era una presa per i fondelli perché mentre questi contratti, dotati di un sostanzioso sgravio contributivo sono aumentati, gli altri sono diminuiti di più. La presunta ripresa del Pil è una presa per i fondelli ancora maggiore perché il magro +0,2% del secondo trimestre sul primo si avvale di una giornata lavorativa in più. Un giorno in più sui 25 mensili di lavoro vale quasi lo 0,2%. L'aumento del Pil nel secondo trimestre 2015 sul secondo 2014 è lo 0,5 mentre nella media dei 19 Paesi dell'euro è 1,2%. La ripresa acquista nel primo semestre è lo 0,4%, perché il secondo trimestre è peggiore del primo. Abbiamo decelerato.

Inoltre il +0,2% del secondo trimestre sul primo dipende tutto dalla domanda di servizi, perché l'industria, al lordo di quella delle costruzioni, ha avuto una crescita zero. Ciò a causa del pallido aumento dell'industria manifatturiera e del calo delle opere pubbliche (mentre il governo dice che le rilancia) e della mancata ripresa dell'edilizia abitativa (mentre il governo annuncia che ridurrà le imposte sulla prima casa, queste sono in aumento). Inoltre nel secondo trimestre il nostro commercio estero è peggiorato.

Il Jobs Act produce posti di lavoro fissi, ma non genera maggior produttività del lavoro, come è dimostrato dal fatto che Electrolux ha fatto fatica a trovare 100 lavoratori per Ferragosto, in cui c'è una forte domanda estera di frigoriferi dato il caldo. Il Jobs Act non dà strumenti per questo obbiettivo elementare: far lavorare gli addetti quando c'è la domanda estera. I dati del secondo trimestre non riguardano una ripresa, ma una ripresa per i fondelli perché la ragione precipua per cui nel secondo trimestre c'è stato un aumento della domanda interna non è la politica del governo, ma la diminuzione del prezzo delle risorse energetiche che ha lasciato più potere di acquisto ai consumatori. Infine, il quantitative easing ha generato credito a buon mercato per le banche. Ma secondo l'Ocse l'80 per cento dei fondi in Italia va alle grandi imprese e solo lo 18% alle piccole. In Spagna la ripresa del Pil del secondo trimestre è +1% grazie sul primo al boom del turismo e dell'industria, che si avvalgono della liberalizzazione dei contratti di lavoro e di efficienti infrastrutture. In Grecia nel secondo trimestre il boom turistico ha generato una ripresa del Pil di +0,8% rispetto al primo. Le guerre e gli attentati nel Medio Oriente e in Africa hanno spostato il turismo verso questi due Paesi del Sud Europa. A noi hanno portato soprattutto migranti, profughi e finti profughi da Paesi in guerra e non.

Il nostro premier e i suoi ministri, senza distinzione d'età, sesso, titolo di studio, sono specializzati in dichiarazioni velleitarie, non nelle cose di cui dovrebbero occuparsi, come far funzionare l'aeroporto di Fiumicino, togliere la spazzatura da Roma, far conoscere meglio all'estero il Sud, non solo le foto degli arrivi degli migranti sulle coste. E nel secondo trimestre abbiamo fatto peggio della Grecia.

Dunque, i dati del Pil di Ferragosto non segnalano la ripresa dal fondo, ma quella della presa per i fondelli.

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