Quante convergenze tra Lega, Fi e 5 Stelle: lontani sui migranti, vicini su sicurezza e pm

Su 50 temi, solamente 12 non trovano comunanza. Il resto è condiviso

Quante convergenze tra Lega, Fi e 5 Stelle: lontani sui migranti, vicini su sicurezza e pm

D'altronde anche Niccolò Machiavelli, nel 1532, scriveva nel Principe «ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sé». E siccome quel magistrale trattato di politica è validissimo ancor oggi, il fatto che le persone vedano quello che i politici sembrano, ma che pochi (o nessuno) sentano quello che veramente sono, è una massima perfettamente adattabile ai politici attuali. Un conto, infatti, sono le loro promesse, oppure i programmi elettorali depositati al Viminale. Un altro conto è ciò che veramente pensano di fare.

La società Reti di Roma che svolge attività di lobbying e comunicazione, ha eseguito uno studio di comparazione sulla base dei programmi elettorali del M5s, della Lega e del centrodestra, per vedere se davvero le loro tesi fossero così distanti come loro vogliono far intendere. E il risultato finale è sorprendente: solo 12 delle 50 questioni che Reti ha analizzato sono inconciliabili tra loro. Le altre sono più o meno corrispondenti. Addirittura per il M5s sono state riscontrate differenze anche con se stesso, ovvero tra il programma pubblicato prima del 4 marzo e la versione aggiornata pubblicata all'indomani delle elezioni. Con l'utilizzo di un semaforo, Reti evidenzia forte divergenza (rosso) sui temi dove l'orientamento è opposto, possibile convergenza (giallo) sui temi nei quali si registra una certa apertura e ampia convergenza (verde) sui temi le cui proposte sono simili. Ad esempio sulla sicurezza sia M5s che Lega che centrodestra sono per la revisione della legittima difesa e per l'inasprimento delle pene. Sulla magistratura, tutti e tre sono per una riforma e la separazione delle carriere. Sul trasformismo la pensano tutti in maniera identica ovvero sono per l'introduzione del vincolo di mandato. Addirittura si intendono anche sul sistema delle aliquote (no tax area), sulla sburocratizzazione, sui trasporti e sul federalismo.

«Sulla maggioranza dei punti analizzati - spiega il direttore operativo di Reti Antonio Iannamorelli - c'è un'intesa facile. Se poi nelle interviste tv vogliono litigare per forza va bene, ma noi abbiamo fatto questo studio perché dopo le elezioni dei presidenti delle due Camere si è paventata la possibilità di un'intesa a tre, cosa che non era mai venuta fuori prima. Abbiamo immaginato gli elementi sui quali poter costruire un programma di governo. Il fatto, come dice ad esempio Danilo Toninelli, che M5s, Lega e centrodestra non sono in sintonia non è vero: su alcuni punti esistono soluzioni alternative ma sulla maggioranza la pensano allo stesso modo». Così un ipotetico contratto di governo avrebbe materiale per essere portato avanti per 5 anni.

Basta mettere da parte i (pochi) punti rossi che sono: reati di immigrazione, gestione dell'accoglienza, servizio idrico, sviluppo e mobilità sostenibile, trivellazioni.

Il Principe insegna ancor oggi: «Sono tanto semplici gli uomini, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare».

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