di Giancristiano DesiderioGiovanni Giolitti fu detto «ministro della malavita» ma il j'accuse di Gaetano Salvemini era politico e non divenne mai un'accusa giudiziaria. Il primato di essere insieme ministro della Giustizia e capo di un'associazione a delinquere è toccato in sorte a Clemente Mastella. Era il gennaio 2008 quando ricevette direttamente a via Arenula l'avviso di garanzia. L'accusa della Procura di Santa Maria Capua Vetere era accusato di essere il capo di un'«associazione a delinquere». La moglie Sandra Lonardo, all'epoca presidente del consiglio della Regione Campania, fu posta agli arresti domiciliari a Roma, mentre il marito andò in Senato e recitando una poesia di Martha Medeiros accusò la sua stessa maggioranza - «lentamente muore chi non capovolge il tavolo» - e si dimise. Due settimane dopo venne giù anche il governo Prodi. Cosa rimane oggi di quelle accuse? Il resto di niente. La quinta sezione penale del tribunale di Napoli ha annullato il rinvio a giudizio dell'ex ministro per «indeterminatezza della descrizione del fatto». Insomma l'accusa è vaga, generica, inconsistente. Insomma, è tutto da rifare, come diceva Bartali. Ma a che pro? Con quale determinata accusa? Sarebbe molto più onesto che il pubblico ministero inoltrasse al Gip richiesta di archiviazione e si prendesse atto che dopo otto anni il processo non è mai giunto nemmeno alla prima udienza dibattimentale per la genericità della stessa accusa. Insomma, uno scandalo vero e proprio. L'unica cosa certa, otto anni dopo il terremoto giudiziario di Santa Maria Capua Vetere, è che il partito di Mastella è scomparso dalle cartine geografiche e politiche. Mastella ha trascorso il tempo con avvocati nei tribunali collezionando archiviazioni, proscioglimenti, assoluzioni. Nessuno mai ha riscontrato che la sua attività politica - discutibile quanto si vuole, come tutte del resto, ma pur sempre attività politica - fosse un'associazione a delinquere. Mastella, come tanti prima di lui, è stato liquidato per via giudiziaria. È questo il filo rosso della cosiddetta Seconda repubblica. Sarà anche per tale motivo che oggi Mastella medita di ritornare in politica ricominciando con Benevento: «Da più parti e in tanti mi sollecitano a candidarmi a sindaco di Benevento ma la mia famiglia non ne vuole sapere e mi protegge. Al momento sono un osservatore, se si creeranno le condizioni vedrò cosa fare».
L'attuale sindaco di Benevento è un ex mastelliano, Fausto Pepe, che gli voltò le spalle nel momento del bisogno, si diede anima e corpo alla causa del potere del Pd e in questi lunghi otto anni con mano ferma ha condotto l'amministrazione comunale al fallimento. In questo caso l'accusa è quanto mai determinata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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