Quegli innamorati fissi dei compagni stranieri

Sono innamorati fissi. I compagni della sinistra italiana passano da una cotta all'altra, come gli adolescenti. Regolarmente delusi, non perdono la voglia di amare. Ieri si sono risvegliati ed erano tutti Tsipras. Non avevano occhi che per il leader greco di Syriza, partito (post) comunista uscito vincitore dalle urne. Il sole dell'avvenire sembrava ancora una volta fare capolino tra le nubi del capitalismo. Speranza. Grande speranza. Subito dopo, però, Tsipras annunciava di sentirsi vicino a Matteo Renzi e ventilava un'alleanza con la destra nazionalista anti-europea. Delusione. Grande delusione. Mesta ritirata di Fassinas, Vendolas, Civatopoulos, Cuperlopoulos e Cofferatinikos (come gli anti-Renzi vengono chiamati in Rete).

Prima di essere tutti Tsipras, andando indietro coi ricordi strazianti, erano stati tutti Hollande: il presidente francese aveva sconfitto Sarkozy e prometteva di rifondare il socialismo, dal volto tecnocratico ma pur sempre socialismo. Risultato al netto degli scandali di letto: crisi economica galoppante e società multiculturale al collasso. Prima ancora erano stati tutti Obama, il presidente nero, premio Nobel per la pace a prescindere, l'America che torna a sognare l'uguaglianza oltre alla libertà. Risultato: politica estera disastrosa, poche riforme ma anche i segnali di una ripresa proprio sul finire del secondo mandato. Troppo tardi, peccato. A sinistra già guardavano altrove. Prima ancora erano stati tutti Zapatero, più laicità e più socialismo per tutti, incluse le scimmie antropomorfe alle quali il governo voleva riconoscere i diritti civili. Risultato: crollo verticale dell'economia spagnola, polemiche a non finire con la Chiesa, tagli dolorosi alla spesa pubblica, finale con fuga (degli elettori). Prima ancora erano stati tutti Tony Blair, il laburista insediatosi a Downing Street. Doveva essere la terza via in salsa inglese. Il liberal-socialismo, finalmente. Risultato: una politica economica tutto sommato vicina a quella della Thatcher, accuse di aver svenduto la sinistra, prima linea nelle guerre in Medio Oriente dopo l'11 settembre. Qualcuno, a sinistra, in preda all'amore che rende folli e ciechi, era stato addirittura Chavez, il dittatore venezuelano tanto vicino al popolo da soffocarlo, e perfino Castro, il dittatore cubano che «faceva funzionare benissimo gli ospedali». Infatuazioni anche per il brasiliano Lula, il boliviano Evo Morales, la francese Ségolène Royal, il candidato alle presidenziali Usa John Kerry. La sinistra altrui è sempre più rossa. Ma dietro l'angolo c'è la fregatura. Tsipras sembra già andato per la sua strada. Avanti un altro.

Sono le volte in cui Sègoléne Royal ha ricoperto la carica di ministro

Sono le volte in cui José Luis Rodríguez Zapatero ha vinto le elezioni in Spagna

John Kerry, idolo della sinistra quando corse (e perse) contro George W. Bush

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