Tutti lì, belli schierati in prima fila. Da Silvia Salis (telefonare Matteo Renzi) a Beppe Sala, da Matteo Lepore a Vito Leccese (tendenza De Caro, che canticchia "dal Fiume al Mare"), da Stefano Lo Russo (che faceva gli accordi con Askatasuna) a Sara Funaro (sic), in piedi alla manifestazione Musica for peace, solo un paio di mesi fa, nella piazza di Mohammad Hannoun.
E che volete che sia? Ognuno si cerca le proprie bandiere. E la sinistra, quella dei piani alti e dei municipi, non ha mai avuto dubbi: è passata con un balzo dall pace agli Lgbtq, e si è ridotta ai ProPal, con lo stemma di Hamas. Sia chiaro: il fatto che l'architetto lo abbiano arrestato e che le procure abbiano scoperto come queste raccolte di fondi arrivassero dirette all'organizzazione terroristica, cambia poco. È stato già archiviato una volta. E i processi si celebrano in tribunale e non in piazza. Hannoun aveva già dichiarato la sua simpatia per i vili assassini della seconda intifada (centinaia di morti in Israele), aveva già avuto contatti terribili con stragisti, aveva già spiegato in pubblico che la violenza del 7 ottobre era semplicemente resistenza. Ma loro, i nostri primi cittadini di sinistra, la faccia ce la mettevano ugualmente. Oggi, probabilmente, dell'ordinanza con cui la Dda smonta la cellula di Hamas in Italia, leggono solo il paragrafo - allucinante - riguardante i presunti crimini israeliani.
Sarebbe infantile dire che noi lo avevamo detto. Noi lo sapevamo sin dall'inizio. Sarebbe ingenuo raccontare loro che stavano scherzando con il fuoco dell'antisemitismo. Il punto è che la sinistra riguardo al terrorismo ha una cattiva coscienza. Riesce a fare i conti con i propri errori solo quando i morti sono belli che sepolti. Lo stesso copione avvenne con l'eversione rossa. Erano compagni che sbagliavano, erano "sedicenti" Brigate Rosse, era il loro album di famiglia, ma bisognava tenerlo nascosto. E ad ammetterlo furono proprio loro.
"Ritengo che alla maggior parte di noi sia comune la valutazione che le Brigate rosse sono una parte della storia della sinistra italiana, così come possono essere comprensibili le ragioni politiche e culturali per cui questo fu negato: la necessità del Pci di contestare quella comunità di album di famiglia e vorrei dire anche da buona parte del ceto acculturato della sinistra italiana, che ebbe quasi un moto collettivo inconscio di rimozione. Ricordo personalmente quante volte abbiamo letto le parole: "Con il farneticante proclama delle sedicenti Brigate rosse.
In realtà, un esame più attento di quei proclami avrebbe consentito di cogliere con chiarezza quello che invece era un piano operativo, ovviamente a mio avviso velleitario e profondamente sbagliato, però leggibile nella sua coerenza, e quindi cogliere l'effettiva natura politica del movimento".A sostenerlo il coraggioso presidente Commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, 17 marzo 1999. Senatore prima del Pci e poi dei Ds.