Quelle donne bruciate perché rifiutano l'islam

Ultimo caso nel Bresciano: russa salvata dal convivente. Le vittime sono giovani considerate "troppo occidentali"

Quelle donne bruciate perché rifiutano l'islam

Milano - Ha picchiato la convivente, quindi le ha cosparso la testa con l'alcol tentando di darle fuoco perché, nonostante almeno due anni di maltrattamenti dosati con cura settimanalmente, la donna non si piegava, ad osservare la sua religione, il credo musulmano. È accaduto a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia. Autore del reato un marocchino di 32 anni, già conosciuto dalle forze dell'ordine. La vittima è una russa 28enne, cristiana ortodossa, che solo per un miracolo è riuscita a salvarsi la vita. Approfittando di un attimo di distrazione dell'uomo, infatti, la giovane donna è riuscita a chiudersi in bagno portando con sé il figlio, quindi ha lanciato l'allarme chiamando i carabinieri. Giunti sul posto i militari hanno subito bloccato l'uomo e l'hanno arrestato, mentre la compagna veniva soccorsa e trasportata all'ospedale civile Vallecamonica di Esine. L'episodio risale a martedì ma la notizia è stata diffusa solo ieri, dopo la convalida dell'arresto. Per il nordafricano sono stati disposti gli arresti domiciliari in provincia di Milano, con la misura accessoria del divieto assoluto di rientro nella provincia di Brescia, in attesa del processo. Un nuovo caso d'intolleranza religiosa, quindi, in provincia di Brescia. Il 20 novembre, infatti, a Dello, sempre nel Bresciano, era stato arrestato un indiano - Agib Singh, 30 anni - che, dopo aver cosparso di diavolina liquida la moglie, le aveva dato fuoco con un accendino «perché troppo occidentale nel vestire e nel proprio stile di vita».

La poveretta - Parvinder Kaur, 26 anni, madre di due bambini - è tuttora ricoverata con gravi ustioni su tutto il corpo nel reparto Grandi ustionati del Gaslini di Genova. Le sue condizioni vengono definite dai medici «drammatiche». Il marito si è ben guardato dal pentirsi del proprio terribile gesto. E fissando il cognato dopo il fatto gli ha detto: «Parvinder meritava una lezione».Appena tre giorni fa a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, un 47enne di nazionalità algerina ha tentato di bruciare viva la compagna di 38 anni e originaria del Kazakhistan, al culmine di una lite scoppiata, pare, per ragioni banali, ma legati sempre allo stile di vita della donna, a dire del convivente «troppo occidentale». I carabinieri hanno fatto irruzione nell'appartamento della coppia dopo la segnalazione di alcuni vicini di casa, e hanno arrestato due uomini algerini, Fakir Ali Cherif, compagno della vittima, e Bach Sais Rachid, suo amico e complice.

Li hanno colti in flagranza di reato mentre, con in mano ancora un accendino e una bottiglia di liquido infiammabile, guardavano la povera donna contorcersi per il dolore e ardere viva sul letto. La vittima ha 38 anni ed è originaria del Kazakistan. I militari hanno spento le fiamme con le lenzuola e chiamato immediatamente i sanitari del 118. Anche la poveretta, che ha ustioni sul 60% del corpo, è gravissima.

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