Quell'esercito di "no sex" che va in bianco (per scelta)

Il fenomeno, nato negli Usa, fa proseliti anche in Italia. Ma i cultori dell'"amore bianco", ogni tanto, cedono...

Quell'esercito di "no sex" che va in bianco (per scelta)

Niente sesso. Ma non perché sono degli sfigati. Ma proprio perché l'hanno scelto. Alla faccia di Baudelaire, secondo cui «il sesso è il lirismo del popolo». Ma agli «asessuati» del lirismo, e tantomeno di Baudelaire, non interessa un fico secco. Loro ai film di Alvaro Vitali (di Rocco Siffredi, neppure a parlarne) hanno sempre preferito pellicole «pulite» prive di implicazioni scollacciate o, peggio, pornografiche. Benvenuti nella repubblica dei «no sex». Dove il detto «gli italiani lo fanno meglio...» viene clamorosamente smentito. E non tanto perché ci sono italiani che lo fanno «peggio», ma perché ci sono connazionali che non lo fanno proprio. Nulla di patologico, né di anagrafico (non si tratta di vecchietti ormai «fuori gioco» ma di giovani nel pieno delle loro potenzialità). Questi qui non sono malati, ma - semplicemente - non ne vogliono sapere di fare quelle cose «sporche». Maledetto sesso: esci di casa e trovi i muri tappezzati di culi, accendi la tv ed è un tripudio di tette, idem a cinema, per non parlare di internet dove tette e culi te li trovi anche digitando le parole «pace dei sensi». Tanto di cappello quindi a questo nuovo esercito della libertà (libertà di dire no alla società imperante degli accoppiamenti più o meno selvaggi). Ma, per favore, non chiamatela castità: termine che rimanda a un voto religioso (eccezion fatta per la monaca di Monza, e chissa per quante altre sue colleghe...) distante anni luce dalla forma di astensione dei nostri puri di ritorno. Tecnicamente l'asessualità è definita come «la mancanza di attrazione e l'assenza di interesse o desiderio»; non trattasi quindi di «rinuncia, sacrificio o forzatura». Eppure l'asessualità, come prima l'omosessualità, è stata considerata a lungo una turba psichica.

«E solo ultimamente le cose stanno cambiando», si legge in un documentato articolo pubblicato sul quotidiano online Lettera 43 . «In America se ne parla già da un po', ma il fenomeno è in crescita. Anche se i numeri rimangono piccoli: interessa, secondo gli esperti, all'incirca il 3% della popolazione mondiale, qualcuno azzarda un 5%. Poco, ma abbastanza da far sorgere una comunità. La più diffusa e ampia probabilmente è l' Aven.Asexual Visibility and Education Network , nata negli Stati Uniti nel 2001, fondata da David Jay con gli obiettivi di favorire l'accettazione degli asessuali - detti anche Ace - nella società e iniziare un dibattito per facilitare la crescita della comunità». «Esiste anche una classificazione, perché non c'è un solo tipo di disinteresse per le faccende intime - scrive Antonella Scutiero -. Secondo questo sistema, del tutto empirico, quattro sono le categorie: c'è chi prova desiderio ma non attrazione romantica, quelli che provano attrazione romantica ma non sessuale, quelli che provano entrambe, e quelli che non ne provano nessuna. In nemmeno 12 anni Aven si è diffusa in tutto il mondo, Italia compresa: solo nel nostro Paese il forum conta 2.500 utenti attivi. E il 28 giugno scorso il network ha organizzato a Toronto la Conferenza internazionale dell'orgoglio asessuale, uno dei raduni pù grandi in assoluto. Insomma, quelli dell'amore bianco sono più di quanto si pensi». Per ulteriori informazioni, digitate sul web il nome della fotografa e giornalista, Laia Abril, la quale (anche lei forse vittima di qualche turba sessuale...) ha girato il mondo raccogliendo le storie di chi «non ama il sesso». Individui a cui bisogna stare attenti a non rivolgere rimproveri del tipo: «ma dai...

non fare il verginello (o la verginella)...». Anche perché - assicurano gli esperti - tra i cultori dell'amore bianco (anzi, in bianco), c'è pure chi lo fa ogni tanto, così, giusto per «amore dell'altro». Vabbè, ma allora non vale...

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