Politica

"Questa è la tangentopoli delle toghe. Noi di MI pronti a uscire dal direttivo"

La togata del Csm: "L'obbligatorietà dell'azione penale va abolita"

"Questa è la tangentopoli delle toghe. Noi di MI pronti a uscire dal direttivo"

«Questa è la nostra Tangentopoli. Possiamo risorgere solo cancellando non le correnti ma il correntismo per far carriera, con una selezione meritocratica dei dirigenti». Loredana Miccichè, togata del Csm di Magistratura indipendente, non nasconde di essere «scossa» dal terremoto provocato dalle nuove chat tra Palamara e altre toghe, ma indica la strada per un rinnovamento profondo.

Palamara ras delle nomine al Csm, leader di Unicost, alleato con la sinistra giustizialista di Area, che vuole Salvini perseguitato per la sua politica sui migranti. È la prova dell'uso politico della giustizia?

«La maggioranza silenziosa dei magistrati è lontanissima da questi metodi e sconvolta da quello che legge sui giornali. È un danno enorme per tutti noi, perché ci sarà sempre il sospetto di decisioni prese per fini politici. Il mio gruppo ha sempre sostenuto la apoliticità del magistrato, un'interpretazione della legge che non la forzi per piegarla ad interpretazioni politiche. È il credo ideale di MI».

Ora il leader della Lega dice che non può contare su un processo giusto e questo alla vigilia del voto in Giunta del Senato sull'autorizzazione a procedere per il caso Open Arms.

«Comprendo le parole di Salvini, ma conoscendo la maggioranza dei miei colleghi ho fiducia nella correttezza delle decisioni su di lui».

Deve intervenire Mattarella?

«Ha annunciato che parteciperà ad uno dei prossimi plenum e sono convinta che parlerà di questi temi come presidente del Csm, perché deve garantire la tenuta delle istituzioni».

Lei dice che i più sono onesti e corretti, ma perché non siete voi ad isolare le mele marce?

«Non parlo per tutti, ma i colleghi di MI coinvolti si sono subito dimessi. E io, nella Commissione Incarichi direttivi, ho sempre cercato di evitare un'eccessiva discrezionalità nelle nomine, applicando il testo unico che lascia un margine di discrezionalità ma impone regole già vincolanti. Una cosa dovrebbe pesare di più: l'anzianità, non fine a se stessa ma come esperienza».

Dalle chat emerge anche che Baldovino De Sensi, vicino a MI, pressava Palamara per diventare vicesegretario del Csm, ci saranno conseguenze?

«Vediamo tutto questo con amarezza, ma poco tempo fa, su sua domanda, è già stato trasferito dal Csm ad un ufficio giudicante in Abruzzo».

L'Anm è travolta dallo scandalo e la giunta dimissionaria. Che farà MI?

«È già stata messa sotto accusa ed estromessa dalla giunta. Ma l'ultimo anno di governo dell'Anm è stato fallimentare, senza serie proposte. Investiamo su persone giovani e nuove, con un voto anticipato a luglio. MI l'ha proposto ma ha ottenuto un rifiuto. Se si rimarrà in situazione di stallo, ora che una crisi enorme impone di interloquire con il governo, rifletteremo su possibili dimissioni dal direttivo dell'Anm».

Bonafede annuncia una riforma del Csm, il sorteggio potrebbe essere una soluzione?

«No e credo sia incostituzionale. Il problema è la selezione delle candidature da parte delle correnti, non più per un'elezione nazionale ma nei diversi distretti per far scegliere colleghi conosciuti e stimati direttamente. Sarei anche favorevole ad un aumento del numero dei membri del Csm ma credo che la politica si opporrebbe».

Per il centrodestra servono separazione delle carriere e stop alle porte girevoli per chi entra in politica.

«Sono d'accordo che chi si candida non rientri in magistratura, ma la giurisdizione dev'essere unica. Chi fa il Pm lo fa per tutta la vita perché oggi è difficile cambiare, mentre se facesse esperienza giudicante avrebbe un'ottica migliore. Il vero problema è l'obbligatorietà dell'azione penale, di fatto impossibile, che lascia grande discrezionalità e potere alle procure.

La politica faccia una legge, per abolirla o ridimensionarla: il sistema così non regge».

Commenti