Questa è la vittoria di Pirro. E dimostra che la sinistra non è in grado di governare

"Le spaccature? Normali su un tema così divisivo", ha detto ieri il sindaco Giuseppe Sala

Questa è la vittoria di Pirro. E dimostra che la sinistra non è in grado di governare
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Perché "un'altra vittoria come questa e saremo perduti", disse Pirro re dell'Epiro nel 279 a.C. dopo aver contato le perdite nelle due battaglie contro i Romani. "Le spaccature? Normali su un tema così divisivo", ha detto ieri il sindaco Giuseppe Sala (nella foto), senza contare quelle subite per la delibera con cui ha venduto lo stadio di San Siro e le aree limitrofe. Non un semplice passaggio amministrativo, ma l'atto più importante dei suoi due mandati, la cosa per la quale sarà ricordato: nel bene o nel male, ai posteri l'ardua sentenza. Di certo oggi ci sono le polemiche che mandano in frantumi la sua maggioranza ben lontana dall'aver appoggiato compatta il suo progetto, così come in pezzi è andato il centrodestra per l'aiutino dato al sindaco da Forza Italia. Un appello alla responsabilità per il bene di Milano, lanciato da Letizia Moratti, dissipando ogni dubbio sull'esito del voto. Ma c'è da dire che tra i due cataclismi c'è una bella differenza. Perché se è naturale che i partiti di opposizione facciano scelte diverse, magari anche per rispondere agli umori degli elettori, imperdonabile è che una maggioranza non abbia la forza per sostenere autonomamente una propria scelta. Perché questo significa dichiarare fallimento, ma ancor di più è la dimostrazione che il centrosinistra non è una coalizione politica: perché se non è nemmeno in grado di amministrare una città che si amministra da sola come Milano, significa che è un arlecchino di idee assemblato solo per vincere le elezioni. Nemmeno in grado di costruire uno stadio: figuriamoci di governare l'Italia, magari con Elly Schlein al comando. E c'è da dire che nella coalizione che appoggia Sala, non ci sono nemmeno i 5Stelle; pensiamo a dove ci sono anche loro a trasformare il campo largo in un campo santo, come si è ben visto nelle elezioni delle Marche. A questo va aggiunta una considerazione più sociologica che politica: perché a parti invertite, mai e poi mai il centrosinistra avrebbe appoggiato un progetto degli avversari per il bene della città, come ha invece fatto a Milano almeno una parte del centrodestra. Con anche l'altra (Lega e Fratelli d'Italia) pronta a mettere in campo un'opposizione nel merito e ben contenuta nel limiti di una normale dialettica democratica.

Immaginate o piuttosto ricordate il furore ideologico con cui la sinistra trascinava folle non sempre pacifiche in piazza per opporsi ai progetti di Gabriele Albertini e Letizia Moratti che hanno cambiato (in meglio) il volto di Milano nel mondo o l'assedio al governatore Attilio Fontana che combatteva come un leone contro il flagello del Covid. Fra un po' si vota a Milano e in Lombardia: ci pensino gli elettori. E i partiti quando sceglieranno il candidato.

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