Qui e ora

Il dibattito sulle modifiche alla legittima difesa è sempre stato condizionato da chi alla tutela del cittadino preferisce quella del delinquente, cui bisogna garantire il minor male possibile. Finora l'ordinamento ha fatto sì che l'aggredito diventasse spesso il reo da processare, anche se il malvivente è sicuramente il cattivo che dopo una chiara ideazione criminale è stato colto sul fatto. La disapprovazione di un ampliamento della legittima difesa si basa sull'assunto naif che la persona che si batte con il malvivente la usi come un'occasione per sfogare istinti omicidi mal sopiti.

Molte storie di cronaca testimoniano invece una situazione che mette alla luce la convinzione d'immunità di cui ormai pensano di godere i delinquenti abituali. Le rapine nelle case che un tempo erano organizzate quando i proprietari erano assenti sono diventate contesti da Arancia meccanica, in cui i persecutori sembrano non avere alcuna percezione del rischio associato all'intromissione in una casa privata che diventa uno scenario da incubo con i ladri in azione che sequestrano, picchiano furiosamente, violentano donne anche se anziane, arrivando a volte all'omicidio.

Criminali intoccabili e vittime che per autodifesa sono processate e condannate. Anche la detenzione di un cane da guardia può comportare rischi per il proprietario. Il ladro azzannato da un dobermann che difendeva padrone e territorio ha chiesto un risarcimento del danno. Dopo la fuga invece di nascondersi ha denunciato il fatto pretendendo e ottenendo che il cane fosse analizzato dal veterinario nel timore di contrarre una malattia.

La modifica di legge prevede ci sia sempre la presunzione di legittima difesa per chi si oppone a un ladro che penetri in luogo privato ed esclude l'eccesso colposo se data la situazione di pericolo in atto ne deriva uno stato di grave turbamento. Subire una rapina provoca sempre un grave turbamento in una persona senza tratti psicopatici di personalità. Il soggetto versa in una condizione di stress acuto da paura, che determina risposte automatiche condizionate dal sequestro emotivo indotto dal pensiero vita o morte, che induce alle scelte di fuga o attacco, in cui la razionalità poco incide.

Il rischio che tra le vittime ci siano persone con disturbi di personalità narcisistico, paranoico, ossessivo o antisociale, che possano autotutelarsi con eccesso colposo, provocando l'aggressore per poi ribaltare la situazione trasformandosi essi stessi in carnefici esiste, ma fornire ai cittadini la possibilità di difendersi più assertivamente provoca nel criminale la percezione che potrà essere ripagato con la stessa moneta, rischiando la vita con la propria condotta.

Il sistema giudiziario va a rilento e le carceri non rieducano nessuno, il controllo del territorio è quasi assente mentre nei quartieri girano indisturbati

drogati, alcolisti e clandestini aumentando la percezione di pericolo della popolazione. Assicurare i diritti dei criminali più di quelli delle persone oneste provoca una rabbia che può trasformare anche i buoni in cattivi.

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