Cronaca locale

Roma simbolo del degrado di un Paese

Roma simbolo del degrado di un Paese

I romani che possono permettersi di lasciare la città per passare altrove l'agosto stanno tirando un profondo respiro di sollievo. Con il caldo e la chiusura delle scuole la condizione di resa della città si è fatta più evidente e sconcertante, a tratti inquietante. Parchi e giardini pubblici continuano ad essere infrequentabili, abbandonati da un servizio giardini che non esiste più. Sterpaglie crescono libere sui marciapiedi infestati anche dall'immondizia che straborda da cassonetti. Nel 1992 l'antropologo francese Marc Augé descrisse i non-luoghi: spazi anonimi come aeroporti, stazioni di servizio e centri commerciali privi d'identità, dove in transito frenetico si sosta senza stabilire relazioni con il luogo o con le altre persone.

Vedere Roma, una città capace di provocare emozioni forti trasformarsi in un non-luogo inquinato dalla spazzatura sta provocando nei romani quel sentimento di sofferenza che si prova per la perdita di una persona cara. Un lutto per una città amata e degradata. In estate senza pioggia le reti fognarie emanano un insopportabile fetore. Il manto stradale è al collasso divelto dalle radici emergenti di alberi di cui nessuno si cura da anni.

Manca lo spazio per vivere in sicurezza, manca l'igiene e la legalità. Le piazze in cui lo spaccio avviene senza nessun pudore si moltiplicano e sono quelle in cui i nostri adolescenti e i giovanissimi passano le loro serate. Si vende e si consuma droga tra piazza Mastai e piazza Trilussa dove ha perso la vita il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, a piazza Campo dei Fiori e su Ponte Sisto, in pieno centro storico, ed è facile immaginare cosa avvenga in periferia o intorno alle stazioni dove bivaccano clandestini di ogni nazionalità. In questo clima di degrado ed insicurezza sta aumentando l'aggressività. Si litiga sui social ma anche nei bar e nei supermercati come fanno gli ultras negli stadi. Ogni sciocchezza è utile per manifestare l'intolleranza verso l'altro sia esso italiano o straniero.

Un nervosismo che non è dato dalle diverse opinioni sull'immigrazione o sul giro in moto d'acqua del figlio di Salvini ma dalla tensione che si genera quando non c'è più nessuna certezza e si percepisce una situazione allo sbando senza controllo né argini al decadimento e alla mortificazione. Per ripristinare la legalità serve una durezza nei confronti di chi si è convinto che non esistono regole da rispettare.

Ma non sarà possibile perché siamo diventati politicamente corretti al punto di scandalizzarci di fronte ad una benda fatta indossare a chi ha inferto otto coltellate a un poliziotto che rischiava la sua vita per garantirci la legalità.

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