La strage dei bimbi in Texas

La vittima che si fa carnefice

Pur di vendicarsi delle sue ferite, inferte dai bulli della scuola quando era un ragazzino, Salvador Ramos si è trasformato e da studente è diventato un killer freddo e senza pietà

La vittima che si fa carnefice

Pur di vendicarsi delle sue ferite, inferte dai bulli della scuola quando era un ragazzino, Salvador Ramos si è trasformato e da studente è diventato un killer freddo e senza pietà. La strage, in cui hanno perso la vita 19 bambini oltre a due insegnanti ed in fine sé stesso, disposto a morire per percepirsi aggressore e non più vittima, l'ha desiderata e studiata a tavolino. Con una determinazione da criminale efferato è uscito da casa e ha ripercorso la strada che faceva per andare alle elementari. La scuola dove c'erano i cattivi da eliminare. Stavolta senza la paura di essere umiliato perché armato fino ai denti e finalmente, nel suo delirio, non soltanto capace di difendersi ma anche e soprattutto di vendicarsi in modo definitivo e totale. Un processo mentale che descrisse molto bene Anna Freud definendolo «Identificazione con l'aggressore».

La vittima, spiegò la figlia del noto fondatore della psicoanalisi, introietta l'aggressore, assimila l'esperienza angosciante, si identifica in lui assumendo il suo ruolo e i suoi attribuiti, trasformandosi da minacciato in minacciante. È un meccanismo che si realizza notoriamente quando un bambino abusato sessualmente da adulto diventa a sua volta pedofilo abusatore. Il bambino è un soggetto indifeso e troppo fragile per protestare anche soltanto verbalmente. La violenza dell'altro lo paralizza, blocca il pensiero e non viene metabolizzata. È espressa attraverso un malessere generale, a volte attraverso corpo e disturbi psicosomatici. Se la famiglia si accorge del cambiamento in negativo e si affianca in sua difesa, gli fornisce gli strumenti per capire e contrapporsi alla situazione traumatizzante, per non percepirsi vittima senza speranza e trasformarsi a sua volta nel carnefice che lo ha torturato. Salvador Ramos aveva un pessimo rapporto con la madre che faceva uso di sostanze stupefacenti. Con ogni probabilità la donna non è stata in grado di notare il disagio nel figlio.

Il ragazzo è ipotizzabile abbia imparato a sopravvivere alla paura obbedendo all'aggressore introiettato, prevedendo le sue mosse, studiando nel dettaglio i suoi desideri fino ad identificarsi e sostituirsi a lui.

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