Quinto fermo per la rapina ai coniugi: è un romeno

Quinto fermo per la rapina ai coniugi: è un romeno

Non è finita. In queste ore si sta scrivendo un nuovo capitolo per la sanguinosa rapina di Lanciano, durante la quale il chirurgo Carlo Martelli è stato massacrato da una banda di romeni, uno dei quali ha tagliato il lobo di un orecchio a sua moglie Niva Bazzan.

Ieri pomeriggio un quinto romeno è stato portato in caserma dai carabinieri per essere ascoltato. Lo straniero è stato fermato in contrada Rizzacorno, al termine di una vasta operazione condotta all'unisono da polizia e carabinieri, anche con l'ausilio di un elicottero, che ha sorvolato le frazioni Rizzacorno e Colle Campitelli di Lanciano. Su disposizione della Procura gli investigatori si sono mossi alla ricerca di altri appartenenti al commando, della stessa nazionalità degli arrestati, e ai residenti dell'area interessata è stato ordinato dalla forze dell'ordine di rimanere in casa. Quando i carabinieri lo hanno avvistato, l'uomo ha provato a scappare nelle campagna circostanti, ma la sua fuga è stata inutile. Dai primi accertamenti non si tratterebbe del basista della banda, ma avrebbe avuto un altro compito, ancora da chiarire. Quindi nelle prossime ore potrebbe scattare un nuovo arresto. Il sesto, per completare il puzzle della banda.

Intanto i fratelli Costantin, 22 anni, e Ion Turlica 20 anni e il loro cugino Aurel Ruset 25anni, ieri sono stati ascoltati dinanzi al Gip Massimo Canosa e, alla presenza del Procuratore capo Mirvana Di Serio, hanno ammesso le loro responsabilità. Il gip ha deciso che resteranno in carcere con l'accusa di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di armi. I tre, però, hanno indicato in altra persona il responsabile del taglio dell'orecchio di Niva Bazzan. Quel qualcuno dovrebbe essere proprio Alexandru Bogdan Colteaunu, 26 anni, arrestato due giorni fa nei dintorni di Caserta mentre cercava di vendere l'orologio rubato al chirurgo a un ricettatore.

«L'atto vile e violento sul quale abbiamo indagato in settimana rappresenta quello che San Michele esprime: la vittoria del bene sul male», ha detto il questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello, parlando nella chiesa di Sant'Antonio Abate, durante la messa celebrata per San Michele Arcangelo, patrono della Polizia di

Stato.

«Ringrazio gli uomini e le donne della Polizia e i miei colleghi - ha proseguito Borzacchiello -. Al dottor Martelli avevo detto che avremmo fatto non il possibile ma l'impossibile per arrivare alla soluzione del caso».

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