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Il raduno dei sovranisti tra forfait e polemiche

Domenica a Firenze la kermesse. Il leader leghista: "Non è un cantiere nero". Le Pen in video, Wilders non ci sarà

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Se i vecchi schemi sono sempre dietro l'angolo e la contrapposizione ideologica resta una buona scorciatoia per ritrovare una identità, il centrosinistra si prepara a costruire e alimentare una giornata di tensione.

Il teatro sarà rappresentato dalla città di Firenze e tutto ruota intorno all'evento di domenica alla Fortezza da Basso dove i sovranisti di tutta Europa si riuniranno nell'iniziativa organizzata dal gruppo Identità e Democrazia. Il motore dell'evento è la Lega di Matteo Salvini: duemila le persone attese, tra cui alcuni governatori. Il Pd però è pronto a mettere in campo una contromanifestazione, così come non mancherà anche un'altra protesta dei centri sociali e del movimento studentesco. Il sindaco Dario Nardella - che si prepara a candidarsi alle prossime elezioni europee - ha lanciato un suo messaggio: «Firenze è una città aperta, non cacciamo nessuno, neanche Salvini e i suoi amici nazionalisti. È però una città dai valori e dalla storia incompatibile con questo linguaggio basato su odio, anti-europeismo, rabbia, paura».

Matteo Salvini spiega così le ragioni dell'evento: «Non ci sarà alcun cantiere nero «ma un evento» in cui «si esporrà l'idea di un'altra Europa fondata sulla libertà. Da parte della Lega, aggiunge il vicepremier, ci saranno «ministri, governatori, e un centinaio di sindaci» per parlare «di vari temi, soprattutto di ambiente e lavoro, sicurezza e libertà di espressione. Vogliamo costruire il manifesto per un'altra Europa rispetto a quello a guida socialista, perché è possibile realizzarla». E se a Firenze cresce la tensione, Salvini si affida alla legge. «Io sono un sincero democratico: se ci sarà chi manifesta le sue idee, ben venga. Se c'è gente che crea confusione, ci sono diritto penale e forze dell'ordine». Perché Firenze? «Abbiamo scelto di fare l'evento nella patria italiana e immagine nel mondo del Rinascimento, per l'orgoglio di mostrare quel che l'Italia e l'Europa hanno fatto nei secoli passati».

Duro invece Giovanni Galli, un passato da grande calciatore e oggi consigliere regionale toscano della Lega: «L'atteggiamento di una certa sinistra mi ricorda quando da bambino il bullo di turno, che non sapeva giocare a pallone e perdeva le partitelle, affermava il pallone è mio, e decido io chi gioca». L'idea della Lega è rafforzare il gruppo Identità e Democrazia che dopo le Europee «sarà sicuramente più forte». Non ci sarà però l'olandese Geert Wilders, impegnato nelle consultazioni per il governo, mentre Marine Le Pen, già presente a Pontida, «sarà in videocollegamento» come Andrè Ventura, il capo del portoghese Chega.

All'evento non parteciperanno Fratelli d'Italia e tantomeno Forza Italia. «La Lega è la Lega: noi siamo alleati e condividiamo insieme un percorso e abbiamo un programma comune. Altre forze, come Afd e il Front national, non hanno nulla a che vedere con noi e per noi è impossibile qualsiasi tipo di accordo a livello comunitario. Con loro non ci alleeremo mai» dice Antonio Tajani. «Questo non ha nulla a che vedere con la Lega. In Europa possiamo fare accordi con la Lega anche domani mattina.

Il problema è Afd, non la Lega».

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