Ragazzi schiavi dei social, stop per legge

La Gran Bretagna pensa a un tetto: troppe ore passate sul web e possibili danni alla salute

Ragazzi schiavi dei social, stop per legge

Il mondo dei social è una gran bella cosa. Ma meglio non esagerare con le «navigazioni». Almeno così la pensa il governo inglese che pare orientato a mettere un «tetto all'uso del web». Un orientamento comunicato - via Internet, ovviamente - da un'équipe di esperti che il governo di Sua Maestà ha ingaggiato per accertare appunto gli eventuali rischi provocati da un uso «selvaggio» dei social. Una preoccupazione che - va sottolineato - non è una prerogativa del governo britannico, ma che già ha dato il là a studi di questo tipo in gran parte dei paesi occidentali: quelli cioè dove l'uso dei social da parte dei giovani risulta particolarmente intensivo. In Germania, Francia e Spagna i dipartimenti per le politiche sociali giovanili hanno messo a punto una sorta di «mappa del rischio web» che però è stata aspramente contestata dai grandi signori dei social, a cominciare da Mark Zuckerberg che al mercato di Facebook tiene particolarmente. Su questo fronte il dibattito è aperto anche in Italia.

Ma in Gran Bretagna si pensa ora di fare un salto qualitativo: dalla teoria si dovrebbe passare alla pratica. In che modo? Lo spiegava ieri in prima pagina il Times titolando: «Un limite all'attività online per i più piccoli».

L'argomento è tornato alla ribalta dopo la pubblicazione di un report del Children's Commissioner, secondo cui i ragazzi di 12-15 anni trascorrono online oltre 20 ore a settimana. Il quotidiano, quindi, afferma che all'interno del governo si valutano misure per evitare conseguenze sulla salute e sull'equilibrio dei più giovani. «C'è una reale preoccupazione per il tempo che i giovani trascorrono davanti ad uno schermo e per l'impatto negativo che questo ha sulle loro vite. È giusto riflettere su cos'altro potremmo fare in quest'area», ha detto il ministro della Cultura, Matt Hancock, responsabile anche per Digitale, Media e Sport.

L'ipotesi di introdurre un limite all'impiego dei social potrebbe prevedere, da parte delle compagnie, un controllo sull'età minima - si ipotizzano i 13 anni - degli iscritti.

Secondo alcune stime, nel Regno Unito il 75% dei giovanissimi tra 10 e 12 anni è iscritto ad un social network.

L'ipotesi di limitare l'accesso a tali siti viene discussa a poche settimane dall'allarme lanciato dal ministro della Salute, Jeremy Hunt, che ha associato l'eccessivo utilizzo dei social media alla tendenza all'obesità e al fumo. Insomma, con un solo provvedimento «blocca social» si potrebbe risolvere più di un problema adolescenziale.

Ma sarà poi vero?

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