Raggi difende Muraro e si scaglia contro il Pd «Crisi dovuta al passato»

Sui rifiuti la sindaca in aula punta il dito sulle giunte rosse: «Possibili rischi sanitari»

«I ncredibile che a chiedere di chiudere l'intero ciclo dei rifiuti sia chi non c'è riuscito per anni». Un intervento tutto in attacco quello di Virginia Raggi nel consiglio comunale straordinario di ieri, chiesto dalle opposizioni sul caos rifiuti della Capitale e sul presunto conflitto d'interesse dell'ex consulente di Ama Paola Muraro, oggi assessora all'Ambiente.

Parlando per oltre mezz'ora, la Raggi ha ricostruito puntigliosa tutta la catena di scelte politiche e responsabilità manageriali delle passate amministrazioni, lanciando poi al centrosinistra l'accusa più bruciante: aver amministrato la città quasi ininterrottamente «in questi 40 anni» nell'interesse non dei cittadini ma dei privati, affidando «la gestione dei rifiuti a Manlio Cerroni, la cui fortuna è tale che è stato chiamato l'ottavo Re di Roma».

La sindaca ha poi ammesso che uscire dalla fase emergenziale non sarà questione di giorni: «Noi oggi dobbiamo affrontare la crisi in cui ci hanno trascinato per i prossimi sei mesi. Una crisi sistemica con scarse risorse e tempi ridotti, lavorando con il rischio sanitario dietro l'angolo». Un vero allarme, per scongiurare il quale la Raggi ha annunciato l'avvio di un tavolo istituzionale permanente con Regione, Prefettura e Ama.

In più occasioni l'intervento è stato applaudito dagli affollati banchi del pubblico e da quelli occupati dalla maggioranza pentastellata. E non sono mancati momenti di tensione con scambi di battute e accuse con la capogruppo Pd Michela di Biase, soprattutto sul caso Muraro. Attacchi respinti con perdite dalla sindaca, che ha avuto buon gioco nel dimostrare, carte alla mano, come i compensi dell'ex consulente Ama siano sempre stati in linea con le leggi di mercato e con il suo lungo curriculum. Poi la stoccata: «Non si può eccepire che Muraro non sia competente, forse è diventata troppo scomoda?».

Al centro del consiglio straordinario di ieri c'era poi il capitolo del fantomatico dossier agitato minacciosamente nei giorni scorsi dalla stessa Muraro. Nessun dossier bensì, secondo quanto riferito dalla Raggi in aula, le mail intercorse fra l'attuale assessora e gli ex vertici della Partecipata, che saranno portate non in Procura, come chiedeva il Pd, ma alla commissione parlamentare sulle ecomafie, dove è attesa in audizione la Muraro, il 5 settembre.

Alla fine di una mattinata ad alta tensione, la mozione è respinta. E il dato politico è che a Roma il primo assalto dell'opposizione dem al governo targato M5s è fallito, non tanto per gli scivoloni sulla sintassi della consigliera Pd Michela di Biase, compagna del ministro della Cultura Franceschini, che si smarrisce nei meandri di un periodo ipotetico, quanto piuttosto per la mancanza di credibilità di una classe politica che prova ad allontanare da sé le evidenti responsabilità di una gestione fallimentare.

Ma non basta questa piccola vittoria per far tornare il sereno in casa 5 Stelle.

L'inchiesta della procura sui rifiuti va avanti e si aggiunge anche la bocciatura di un idolo dei meet up grillini come l'ingegnere Paolo Rabitti, esperto di rifiuti, che con un tweet infilza la scelta della Muraro: «Che delusione...». Il riferimento è a un'ombra nel suo curriculum in cui si definisce perito della Procura di Napoli nell'inchiesta rifiuti, mentre invece venne ascoltata come consulente di parte di Impregilo.

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