Raggi: «Giunta pronta» Ma a Roma i grillini sono in tregua armata

L'annuncio della squadra. I dissidi però restano: ancora segreta la delega al Bilancio

«La giunta è fatta, è forte e ha le mani libere», assicurano dall'entourage di Virginia Raggi, con 48 ore d'anticipo sulla scadenza fissata. Una accelerazione arrivata dopo l'intervento d'imperio di Grillo, servito a far uscire il M5S romano dall'angolo, che ha messo fine allo psicodramma in cui si stava avvitando l'intera partita delle nomine della squadra di governo pentastellata. Il clima all'interno del M5S romano resta teso, l'aria è quella di una tregua armata, ma intanto sembra aver prevalso l'esigenza di dare all'esterno un segnale di ritrovata unità. Diversi indizi paiono in questo senso importanti. La convocazione della nuova Giunta da parte della Raggi già oggi in Campidoglio, anticipando di ventiquattro ore l'annuncio ufficiale che arriverà solo domani, in occasione della prima seduta del consiglio comunale. E lo sfogo di Luigi Di Maio, il grande mediatore di questa difficile partita. Fra le righe di un'invettiva tutta dedicata ai mezzi d'informazione, s'intuisce il sollievo per il risultato raggiunto, fino all'ultimo tutt'altro che scontato. «Avevamo previsto che sarebbero stati tutti contro Virginia e la sua giunta. Ma siamo un gruppo compatto e forte. Siamo una comunità», scrive su Facebook il vice presidente della Camera.

Determinante per superare lo stallo di questi giorni, il passo indietro deciso dal braccio destro della sindaca Daniele Frongia, che ha accettato lo spostamento da capo di gabinetto a vicesindaco come chiedevano i parlamentari del direttorio, fin dall'inizio orientati su un vice più «politico», cioè più orientabile dal Movimento. All'ex capo della commissione capitolina alla spending review dovrebbe esser assegnata anche la delega «pesante» alle Partecipate, a titolo compensativo. A subentrargli come capo di gabinetto, pare ormai certo, sarà la magistrata della Corte dei conti Daniela Morgante, già assessore al Bilancio con Marino, che inizialmente la Raggi avrebbe voluto confermare in quel ruolo chiave. Mentre come vice capo di gabinetto «pro tempore» la sindaca ha scelto Virginia Proverbio.

E al Bilancio pare tramontata anche la nomina dell'ex dirigente Consob Marcello Minenna, più volte ipotizzata nei giorni scorsi. Per lui si aprirebbero le porte della ragioneria generale del Campidoglio. Al M5S assicurano d'aver trovato la figura giusta per la missione kamikaze di chi dovrà metter le mani nelle casse esangui del Comune, ma l'intenzione è di tenere la carta coperta fino all'ultimo. Nel rimescolamento generale delle ultime ore, il nome più accreditato per l'assessorato ai Trasporti ora è quello del consigliere M5S Enrico Stefàno (l'impegno ad evitare figure interne al Movimento vale solo quando vale), che comunque sarà affiancato da tecnici. Raggi invece terrà per sé la delega al Personale. Allo Sviluppo economico è stato scelto Adriano Meloni, ex Ad di Expedia. All'Urbanistica, come annunciato, Paolo Berdini, che ha già dato un buon contributo alle polemiche dei giorni scorsi per le sue dichiarazioni sullo stadio. All'Ambiente Paola Muraro, che ha già preso contatto col presidente di Ama Daniele Fortini. Confermati il rugbista Andrea Lo Cicero allo Sport, Luca Bergamo alla Cultura, Flavia Marzano all'assessorato Semplificazione-Smart City, e infine Laura Baldassarre al Sociale. In totale sono nove assessorati più quello alle Partecipate, a tempo, come promesso.

Ma sullo sfondo restano tutte le contraddizioni e i dissidi esplosi nel cinquestelle romano, che nemmeno la giunta più stellare potrà trasformare in una pace duratura. Il lavoro del grande mediatore Luigi di Maio ricomincia da domani.

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