Rai, Meloni invoca il Colle. Fi: "Garantiremo anche lei"

Fdi: antidemocratico escluderci dal Cda. La richiesta: un procedimento Ue come quello contro l'Ungheria

Rai, Meloni invoca il Colle. Fi: "Garantiremo anche lei"

Sulle nomine Rai va in scena il secondo tempo della polemica Copasir. All'indomani del voto sul cda di Viale Mazzini - con l'ingresso di Igor De Biasio, Alessandro di Majo, Francesca Bria e Simona Agnes e l'esclusione del partito di Giorgia Meloni e del consigliere uscente Giampaolo Rossi - Fratelli d'Italia scende sul piede di guerra. E così, mentre il Consiglio dei ministri dà via libera alle nomine di Carlo Fuortes come amministratore delegato e Marinella Soldi come presidente della Rai, la tensione dentro il centrodestra sale alle stelle, esattamente come era avvenuto per il Copasir fino all'elezione di Adolfo Urso al posto del leghista Raffaele Volpi.

I dirigenti meloniani puntano il dito contro l'assenza di una adeguata rappresentanza per l'opposizione e lanciano segnali verso il Colle, chiedendo un intervento a tutela del pluralismo. Da quanto trapela, però, Sergio Mattarella ritiene che l'assegnazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica a Fratelli d'Italia abbia sanato la ferita istituzionale, la rivendicazione non abbia motivo di essere e la scelta dei consiglieri non possa essere suddivisa in caselle e casacche politiche troppo connotate.

«È una pagina buia per la democrazia», dice Giorgia Meloni. «È una cosa scandalosa che il principale partito italiano venga escluso dal servizio pubblico. La crescita e la libertà di Fdi viene molto temuta. Mi dispiace che le massime cariche dello Stato non siano intervenute, a cominciare da Mattarella». Ma è tutto lo stato maggiore, in una conferenza stampa a lanciare uno j'accuse istituzionale. «Non era mai successo che l'unica forza di opposizione fosse fuori dal vertice della tv pubblica», dice Ignazio La Russa. «Interrogheremo la Commissione Ue perché si valuti» nei confronti dell'Italia l'apertura di una procedura analoga a quella avviata nei confronti dell'Ungheria» dice il capogruppo all'Europarlamento Carlo Fidanza. E se Francesco Lollobrigida indica il prossimo obiettivo - «anche la Vigilanza Rai è in mano alla maggioranza. Qualcuno magari potrebbe lasciare il posto» - Luca Ciriani guarda già alle implicazioni in visita delle elezioni. «La privatizzazione della Rai è ormai un dato di fatto. Non è più un Servizio pubblico ma un Servizio a esclusivo beneficio della maggioranza e del governo. Ad aggravare il tutto c'è il fatto che questo cda resterà in carica fin dopo le elezioni e queste saranno gestite da un cda in cui è esclusa FdI, l'unica forza di opposizione».

Un primo termometro del clima e dei rapporti interni al centrodestra dopo l'incidente Rai è sicuramente rappresentato dalla presentazione ufficiale, prevista per questa mattina di Luca Bernardo come candidato sindaco di Milano per il centrodestra. Con lui sul palco ci saranno Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. La leader di Fdi dunque adotterà scelte aventiniane, ma è chiaro che gli occhi saranno puntati su di lei. Fonti di Forza Italia fanno sapere che il problema non sussiste perché «i consiglieri del centrodestra di governo hanno la professionalità e la caratura necessaria a garantire il pluralismo e la parità di accesso a tutti».

Assicurazione condivisa anche da Alessandro Morelli, responsabile Editoria della Lega. Sulla richiesta di FdI di aprire il dossier Vigilanza e mettere in discussione la presidenza di Alberto Barachini, la replica di Forza Italia è tranchant: «Non ci sarà un altro Copasir».

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