Il raid americano: "Uccisa la mente dell'attacco a Kabul" Biden: "Entro 36 ore un nuovo attentato"

Un drone uccide a Nagarhar due membri di spicco dell'Isis-K. Allarme per un probabile nuovo assalto e per possibili stragi anche nel suolo Usa.

Il raid americano: "Uccisa la mente dell'attacco a Kabul" Biden: "Entro 36 ore un nuovo attentato"

New York. A meno di quarantott'ore dall'attacco in Afghanistan che ha ucciso tra gli altri 13 militari americani, Joe Biden ha dato il via libera a un raid nella regione di Nangarhar in cui sono stati eliminati due membri dell'Isis-K. Il Pentagono ha confermato che nel blitz nella zona orientale del paese, quella a più alta concentrazione di terroristi, sono stati uccisi due militanti e uno è stato ferito. Si tratta di figure «di alto profilo», ha riferito il vice capo di stato maggiore delle forze armate Usa, Hank Taylor, spiegando che erano «organizzatori e promotori» dell'attacco all'aeroporto di Kabul, senza precisare tuttavia il livello di coinvolgimento. Non si hanno invece notizie di vittime civili. I talebani, però, tramite un portavoce hanno detto che gli americani «avrebbero dovuto informarci prima di compiere il raid in territorio afghano». Il blitz, ordinato dal segretario alla Difesa Lloyd Austin e autorizzato da Biden, è stato effettuato con un drone MQ-9 Reaper partito da una base in Medio Oriente, che ha colpito l'obiettivo mentre era a bordo di un veicolo. Il blitz, che non sarà l'unico, rientra nella nuova strategia anti-terrorismo americana Over the Horizon: da oggi in poi in Afghanistan gli Usa combatteranno gli estremisti non più con basi operative sul terreno di Cia e forze speciali, ma a distanza.

La paura di nuovi attentati è enorme. Biden parla di attacco «altamente probabile», così come sarà certa la risposta americana: «Chiunque cerchi di danneggiare gli Stati Uniti o di attaccare le nostre truppe riceverà una risposta. Questo non sarà mai in dubbio». È allerta massima anche negli Stati Uniti per il timore di attacchi terroristici. La Cnn, citando una riunione tra i vertici del dipartimento di Sicurezza Interna e i responsabili della giustizia federale americana, ha parlato di «tre minacce principali», compresa l'infiltrazione di cellule dell'Isis o di al Qaeda nel processo di evacuazione in Usa dei profughi afghani. «Per contrastare questo rischio è in corso un approfondito processo di controllo di chi entra», ha detto nell'incontro il capo dell'intelligence del dipartimento di Sicurezza Interna, John Cohen. «Non abbiamo informazioni specifiche su organizzazioni terroristiche straniere che utilizzino questa come un'opportunità, ma non possiamo escludere che sia una possibilità», ha commentato da parte sua un funzionario dell'Fbi, invitando gli Usa a rimanere vigili. Per Cohen, la seconda significativa minaccia riguarda persone che si trovano già negli Stati Uniti e potrebbero essere ispirate dagli eventi in Afghanistan, vederli «come un'opportunità per impegnarsi in atti di violenza qui». La terza, invece, proviene da individui motivati a commettere violenze in base alla loro connessione con l'estremismo domestico: tra i gruppi antigovernativi e di suprematisti bianchi, ad esempio, sono emersi diversi trend sulle piattaforme online riferiti alla preoccupazione che il trasferimento degli afghani in America porterebbe a una perdita di controllo e autorità da parte della razza bianca. I repubblicani, nel frattempo, passano all'attacco dell'amministrazione Biden: i due deputati Ralph Norman e Andy Harris hanno presentato un paio di articoli di impeachment contro il segretario di stato Antony Blinken per la sua «fallimentare» gestione delle evacuazioni.

Le sue azioni, si legge, «hanno lasciato beni, equipaggiamento militare e armi nelle mani dei nemici degli Stati Uniti» e «i cittadini americani in situazioni che hanno messo a rischio la loro vita». Difficile che la mossa abbia successo in una Camera controllata dai democratici, ma l'iniziativa rischia di minare comunque l'immagine del capo della diplomazia americana.

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