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Rate troppo alte, la rottamazione quater rischia il flop

I timori dei professionisti del settore. Spunta l'idea di allungare i tempi per le maxi-cartelle

Rate troppo alte, la rottamazione quater rischia il flop

La rottamazione quater rischia di finire rottamata. Troppo alte le rate al 31 luglio e al 30 novembre prossimi, ciascuna del 10% delle somme dovute. Importi troppo alti e anche ravvicinati, visto che la scadenza di entrambe le rate «coincide con il pagamento delle imposte sui redditi in autoliquidazione», ragiona un commercialista milanese. E questo vuol dire che il contribuente che ha le ossa rotte da pandemia Covid, crisi economica e guerra in Ucraina è a un bivio: o paga le imposte o salta dalla finestra e paga le rate. «È per questo che tre rottamazioni sono fallite», dicono nelle chat i professionisti, che stanno ragionando sul da farsi, sperando che questo appello arrivi alle orecchie del viceministro dell'Economia Maurizio Leo (foto), sensibile alla questione riscossione tanto da aver auspicato la fine definitiva del ruolo: «L'unica via d'uscita è sopprimere queste due maxirate e farne almeno 18 rate». «Oppure si potrebbe decidere di lasciare al contribuente l'opzione rate maggiorate o rate costanti, magari con un minimo tasso d'interesse tipo l'1%». «La rottamazione, così come è modulata, non avrà successo», ragiona Gianluca Timpone, secondo cui i rapporti reali tra le adesioni e chi sarà realmente in grado di pagare sarà di due a uno. Con grave nocumento per il gettito fiscale previsto. «In previsione della riforma fiscale annunciata, forse l'azzeramento del progresso andava attuato anche attraverso una riduzione dell'imposta dovuta», conclude il commercialista romano, secondo cui «solo il 9% al massimo dei 1.100 miliardi in pancia all'ex Equitalia sono realmente riscuotibili». C'è tempo fino al 30 aprile 2023. Queste cartelle riguardano sia la prima rottamazione, sia la bis e la ter, può accedervi anche chi non ha pagato la prima o la seconda rata della bis e chi è decaduto dalle altre rottamazioni. Le cartelle cancellabili sono quelle emesse dal 1 gennaio 2000 fino al 30 giugno 2022, ma anche per quelle già prese in carico c'è possibilità di stralcio.

C'è anche chi sta lavorando per una proposta al Mef: un piano straordinario per allungare le cartelle eccessivamente onerose a 120 rate, modalità straordinaria che già esiste oggi ma sono con parametri molto stringenti. «Sarebbe opportuno estendere questa facoltà a tutti quelli in crisi di liquidità, ma andrebbe esclusa la discrezionalità - ora attribuita al funzionario delle Entrate - di accettare o meno questa soluzione».

L'alternativa? Si chiama Dals, acronimo del modello per chiedere il sovraindebitamento, come prevede la legge 3 del 2012 che l'avvocato Claudio Defilippi ha già sperimentato con successo: «Nessuno parla di questo modulo ma la gente è disperata - dice il legale a il Giornale - si ammazza o va dagli usurai o fa mutui per parlare tasse esagerate». Secondo Defilippi solo un contribuente su tre sarà realmente in grado di rispettare le scadenze della rottamazione quater. «L'unica strada è la legge 3 del 2012, voluta da un governo di centrodestra, che permette di risparmiare fino al 90% della cartella. Considerando le sanzioni in teoria si può arrivare anche al 95%». Dopo la mini riforma per aderire (c'è tempo fino al 31 marzo) bisogna presentare un'istanza, ne esistono tre tipi (liquidazione controllata, piano del consumatore, accordo con i creditori). «È una legge disapplicata in molti tribunali, servirebbe un Osservatorio, magari a Milano dove la giurisprudenza meneghina non è così sensibile ad adottare questo strumento».

Quanto alle famigerate cartelle da mille euro che dovrebbero essere cancellate automaticamente il 31 marzo dall'Agenzia delle Entrate - Riscossione, l'avvocato ricorda di verificare le scelte delll'ex Equitalia tramite lo Spid o il Cie.

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