Il reddito tutto a casa Di Maio: Napoli batte la Lombardia

I veri numeri: oltre 800mila domande. A Campania e Sicilia un terzo dei sussidi. E Quota 100 va agli statali

Il reddito tutto a casa Di Maio: Napoli batte la Lombardia

Il reddito di cittadinanza decolla dove è più difficile trovare un'occupazione alternativa al sussidio. E Quota 100 fa breccia dove ci sono meno pensionati da lavoro.

Il conteggio delle domande per accedere al reddito di cittadinanza arrivate all'Inps ieri ha toccato quota 806.878. Informazione arrivata attraverso una nota del ministero del Lavoro guidato dal leader pentastellato Luigi Di Maio, massimo sponsor della misura.

Nella classifica delle province vince Napoli con «ben 78.803 richieste», si legge nella nota del dicastero. Un record, se si considera che in Lombardia le richieste sono state 71.310 e nel Lazio 73.861. Una sola città ha registrato più richieste delle due regioni più popolose del Paese.

Squilibrio evidente, visto che il capoluogo campano conta circa 980 mila abitanti, la Lombardia più di dieci milioni e il Lazio sei milioni.

La vocazione meridionale del sussidio si conferma con la classifica regionale. Campania e Sicilia sono saldamente ai primi posti ed esauriscono insieme il 32% delle domande, rispettivamente con 137.20 e 128.809 domande. Segue il Lazio, la Puglia, (71.535 domande) e poi la Lombardia.

Dati in qualche modo attesi, considerando la distribuzione territoriale dei disoccupati. Ma anche una grana in più per il governo.

Il reddito di cittadinanza è stato presentato come un ammortizzatore che dovrà facilitare il reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati.

Si prevede che circa un terzo dei percettori del reddito non avrà l'obbligo di accettare proposte di lavoro alternative, un 45% sarà inserito nei percorsi di inclusione dei comuni e il 26% dovrebbe essere inserito in un percorso lavorativo. Se lo squilibrio territoriale dovesse proseguire, la quota di chi incasserà il reddito senza sblocco lavorativo potrebbe aumentare.

Un problema anche politico, visto che l'attuazione delle due misure economiche più importanti del governo sta premiando soprattutto l'elettorato M5S.

Non è un caso che il leader leghista stia spingendo per la Flat tax. E che ieri il vicepremier Di Maio abbia difeso l'altra misura cardine del decretone, Quota 100. La riforma cara alla Lega di Matteo Salvini: «È un provvedimento fatto dal mio ministero e si va avanti anche perché sta andando molto bene». La riforma delle pensioni che ammorbidisce i requisiti del ritiro per i 62enni con 38 anni di contributi è stata sponsorizzata dalla Lega di Matteo Salvini. I pensionati sono sempre stati un punto di riferimento per il Carroccio, visto che quelli da lavoro si concentrano soprattutto al Nord.

Ma anche in questo caso i dati sulle adesioni a Quota 100 danno un quadro che è diverso da quello atteso dalla Lega. Le domande per quota 100 arrivate entro le 17 di venerdì sono state 113.495. Circa quattro su dieci provengono dal Mezzogiorno, in particolare da dipendenti pubblici.

A Milano (1,3 milioni di abitanti) le richieste sono state 4.880, a Napoli (980 mila abitanti) 4.874 e a Roma (2,8 milioni di abitanti) ben 8.413. Difficile immaginare l'effetto sostituzione ricercato dalla Lega se la pensione anticipata piace soprattutto gli statali del Sud.

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