Referendum, sondaggio: il "Sì" è in testa ma il "No" è in recupero

Il referendum sul taglio dei parlamentari si terrà il 20 e 21 settembre: gli ultimi sondaggi danno il sì in vantaggio, ma la partita è aperta

Referendum, sondaggio: il "Sì" è in testa ma il "No" è in recupero

Domenica 20 e lunedì 21 settembre non si voterà solamente per le elezioni Regionali. Oltre alla tornata in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia – e si tratta di un appuntamento decisivo per il futuro della maggioranza giallorossa – gli italiani saranno chiamati a esprimersi sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum confermativo e non vi sarà dunque bisogno di raggiungere il Quorum.

La riduzione dei parlamentari – qualora venisse approvata la riforma i nostri deputati e senatori verranno ridotti di 345 unità – è uno storico cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Insieme al reddito di cittadinanza, il taglio dei parlamentari è infatti un’istanza molto cara ai pentastellati e all’elettorato grillino.

Attualmente la Camera dei Deputati consta di 630 seggi e il Senato 315, per un totale di 945 rappresentanti. Il cosiddetto "Tagliapoltrone" voluto dal M5s ridurrebbe l’aula di Montecitorio a 400 poltrone e quella di Palazzo Madama a 200. Per un totale di 600 parlamentari.

A neanche un mese dal referendum, cosa raccontano i sondaggi? Presto detto: il "Sì" al taglio è in vantaggio, ma la partita è ancora aperta. Nelle ultime settimane, infatti, si è ridotto il gap e il "No" è in rimonta.

A inizio estate un sondaggio Ipsos assegnava al "Sì" il 46% delle indicazioni di voto, mentre il "No" non andava oltre un risicato 10%. Al 24%, invece, venivano fotografati gli indecisi. Un mese più tardi, sempre Ispos confermava i numeri del suo precedente report, registrando un ulteriore crescita del "Sì" – salito al 49% – e un ulteriore calo del “No” all’8%. I giochi sembravano fatti: qualcosa, invece, è cambiato.

Lab21, una manciata di giorni fa, vedeva il "No" al 27,6% e il "Sì" navigare a gonfie vele verso la vittoria, con il 72,4% dei favori. Anche in questo caso sembrerebbe proprio che non ci possa essere storia. Però c’è un "però" ed è quello rappresentato dall’ultimo sondaggio di Winpoll: chi si oppone al taglio dei parlamentari sta accrescendo di numero, arrivando fino al 34%. Il "Sì" è ancora saldamente in testa, con il 66% dei consensi. Ma la tendenza sorriderebbe maggiormente al "No". Questo comunque non significa che il "No" vincerà; significa che ci potremmo trovare di fronte a una partita molto più aperta del previsto, specialmente nel caso in cui l’affluenza alle urne sarà massiccia.

Nel sondaggio Winpoll sul referendum, inoltre, emergono dati molto interessanti in relazione all’appartenenza politica. Il 100% degli elettori del Movimento 5 Stelle, per esempio, dovrebbe votare compattamente per il "Sì", mentre l’elettorato degli altri partiti è più spaccato. La situazione è quasi di pareggio all’interno dell’elettorato del Partito Democratico: il 53% propende per il "Sì", mentre il 47% voterà "No".

Passando dalle forze di maggioranza a quelle di opposizione, sei sostenitori di Forza Italia su dieci diranno sì alla riforma, mentre 4 si dicono

contrari. Lo stesso accade tra gli elettori di Fratelli d’Italia: 59% "Sì", 41% "No". Infine, il mondo leghista: due terzi dei sostenitori del Carroccio daranno il proprio benestare (67%), mentre un terzo voterà contro (33%).

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