Oggi il presidente americano Donald Trump divulgherà alcuni file segreti (oltre 3mila quelli negli archivi nazionali Usa) sull'omicidio di John Kennedy. Lo ha annunciato lui stesso via Twitter, ribadendo un annuncio già fatto sabato scorso. Intanto è stato eliminato un altro pezzo dell'eredità di Obama mentre i Repubblicani (e Wall Street) incassano al Senato una vittoria significativa. Con il voto della Camera Alta sono state smantellate le norme che avrebbero permesso class action - cioè un'azione collettiva - contro le banche e le società finanziarie. Decisivo è stato il voto del vicepresidente repubblicano Mike Pence che ha portato il risultato su 51 a 50. Un regalo memorabile al mondo della Finanzia statunitense. La svolta sulla class action non è la sola novità delle ultime ore. L'altra, più che una novità, è un aggiustamento. Dopo quattro mesi di sospensione, gli Stati Uniti sono tornati a garantire l'ingresso di rifugiati, ma con criteri di selezione molto più stringenti rispetto al passato. Il nuovo ordine esecutivo firmato da Donald Trump, nel giorno in cui scadeva il controverso «travel ban», prevede infatti controlli ancora più severi per i cittadini di undici Paesi, che l'amministrazione si è limitata a definire «ad alto rischio». Il nuovo decreto è accompagnato da un drastico taglio del numero di rifugiati ammessi negli Stati Uniti per il prossimo anno. L'ex presidente Barack Obama aveva fissato il limite a 110mila rifugiati per l'anno fiscale 2017, che si è concluso il 30 settembre. Trump ha abbassato il tetto a 53.000.
Per il 2018, il presidente lo ha fatto scendere a 45mila. I funzionari dell'amministrazione Trump hanno rifiutato di fornire l'elenco degli 11 Paesi esclusi, ma hanno fatto riferimento a una lista del 2015 che indicava le nazionalità che necessitavano di ulteriori controlli.
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