Sono ore di attesa e di tensione per la definizione dei candidati presidenti di Campania, Marche e Puglia. I contatti tra gli sherpa incaricati di trovare la quadra e di consentire al centrodestra di giocarsi davvero la partita sono frequenti, ma la fumata bianca ancora non arriva.
Lo schema sulla carta prevederebbe la candidatura di Francesco Acquaroli di Fratelli d'Italia nelle Marche, di Raffaele Fitto sempre di Fdi in Puglia e di Stefano Caldoro di Forza Italia in Campania. La Lega, però, appare poco incline a consentire al partito di Giorgia Meloni, arrivato a toccare quota 15%, di giocarsi le proprie carte per conquistare la «dorsale adriatica» Marche, Abruzzo e Puglia. Non è un caso che domani mattina Matteo Salvini si sveglierà all'alba per essere nelle Marche alle dieci e mezza per poi tornare e sedersi al tavolo delle Regionali con gli altri leader del centrodestra. La Lega nelle Marche torna a far circolare i nomi del sindaco di Jesi, Massimo Bacci e di quello di Civitanova, Fabrizio Ciarapica. Sembra, però, più una mossa tattica per andare a puntare con forza sulla Puglia dove è difficile che possa spuntarla l'ex fittiano Nuccio Altieri. Più probabile un candidato proveniente dalla società civile per non esacerbare la frattura. Sullo sfondo resta la tentazione di Salvini di rompere l'alleanza e presentarsi in solitaria.
Quel che è certo è che chi fa politica attiva sul territorio chiede ormai con forza di fare presto e di sciogliere le riserve, consentendo di iniziare davvero una campagna elettorale in una regione dove dopo 15 anni il centrodestra ha concrete possibilità di vittoria. «Subito un candidato presidente», chiede il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Damascelli. «Si decida. Non possiamo più aspettare, la nostra squadra è ben preparata, ma serve il capitano, serve il centravanti. Siamo pronti, abbiamo la vittoria a due passi, purtroppo però stiamo perdendo tempo prezioso con grande dispiacere di tutte quelle persone che ci chiedono di voltare pagina. La campagna è imminente e serve un candidato unitario che possa interloquire con la popolazione, con le categorie e gli ordini professionali per risollevare la Puglia da questi quindici anni di governo del centrosinistra».
Fratelli d'Italia ora attende la stretta finale della trattativa, facendo filtrare che una geografia delle candidature era già stata stabilita e non si può pretendere un rilancio last minute. Il partito di Giorgia Meloni in queste settimane sta giocando una partita importante: quella del sorpasso ai danni di M5s. «Avevamo chiesto lo streaming per garantire piena partecipazione e trasparenza tra maggioranza e opposizione. Il rifiuto di effettuare la discussione sul Dl Rilancio in diretta streaming si aggiunge alla continua negazione delle proprie origini da parte dei grillini che oggi rappresentano la peggiore incrostazione di quell'apparato che dicevano di voler combattere» attacca Galeazzo Bignami. E Francesco Storace sul Secolo dà una ulteriore lettura degli attacchi rivolti alla leader di Fdi: «È facile capire le mosse della Banda Casalino. Ora il loro bersaglio preferito è Giorgia Meloni, perché sono terrorizzati dal sorpasso nei sondaggi. Sulla rete impazzano i post contro la leader di Fdi, tutti simili tra loro, a dimostrazione che c'è una regia della comunicazione.
Ma per la Meloni questi attacchi sono medaglie. E non intende cascare nella trappola del dialogo con chi ha già dimostrato più volte di essere un mentitore seriale. Giuseppe Conte deve conoscere la carestia dal potere, sennò l'inaffidabile non si riprende più».
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