Regolamento di conti, paura nello stabilimento. Parcheggiatore abusivo ucciso tra i bagnanti

La vittima, con precedenti, freddata in monopattino da due sicari in auto

Regolamento di conti, paura nello stabilimento. Parcheggiatore abusivo ucciso tra i bagnanti

Regolamento di conti sulla spiaggia di Marina di Lesina. Maurizio Cologno, 52 anni di San Severo, Foggia, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco ieri all'ingresso dello stabilimento balneare Holiday, a Punta Pietre Nere. Un omicidio di chiaro stampo mafioso.

Due sicari, arrivati sul luogo dell'agguato a bordo di un'auto, si avvicinano alla vittima, parcheggiatore abusivo e custode notturno del Lido. L'uomo non fa nemmeno in tempo a scendere dal monopattino con cui si sposta all'interno della struttura che i killer esplodono cinque colpi di pistola. Almeno due i proiettili che uccidono all'istante Cologno. Nessun testimone oculare, stando alle prime indagini dei carabinieri delle stazioni di Lesina e San Severo. «Abbiamo sentito dei colpi - raccontano i testimoni - come fossero petardi. Quando siamo arrivati Maurizio era agonizzante a terra». Inutile la corsa contro il tempo di un equipaggio del 118. Gli investigatori, che hanno messo a verbale per tutto il giorno decine di persone, starebbero visionando anche le telecamere di sicurezza piazzate all'interno dell'arenile. Si cerca in zona il mezzo usato per l'agguato e la fuga ma si guarda anche, e soprattutto, nel giro della «Società», la criminalità organizzata del territorio, dove Cologno da tempo era ben inserito. Estorsioni, armi, droga, tanto per cominciare, tutte attività per cui aveva scontato diversi anni di carcere. Sul suo casellario giudiziario spiccano, difatti, reati contro il patrimonio, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi da fuoco, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione. Insomma, nemici Cologno ne aveva tanti. Anche se per i carabinieri del comando provinciale di Foggia la pista da seguire sarebbe quella degli ultimi traffici e dei nuovi rapporti della vittima con i clan che gestiscono il giro della droga. Il 2 marzo del 2013, in regime di sorveglianza speciale, Cologno finisce in galera dopo aver sfondato la porta della segreteria del Comune di San Severo e minacciato impiegati, assessori e il capo di gabinetto. L'uomo pretende di esser assunto dal sindaco nella ditta che gestisce i parcheggi. Un episodio che la dice lunga sul carattere della vittima. Dopo alcun mesi di carcere Cologno finisce ai domiciliari. Almeno fino al novembre del 2017, quando viene arrestato. Al controllo di routine l'uomo si fa trovare davanti la propria abitazione. All'esterno gli agenti notano diverse telecamere piazzate a breve distanza e collegate a un monitor di controllo. All'interno una busta contenente mezz'etto di marijuana.

Nello scantinato un coltello a serramanico sporco di droga e materiale vario per il confezionamento delle dosi. In camera da letto il ritrovamento più interessante: il libro contabile con vari nomi e accanto a ognuno la dicitura «pagato» o «acconto pagato».

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