Roma - È stata ribattezzata «strategia del sommergibile», con l'obiettivo di mettere in sicurezza il referendum (che potrebbe slittare al 20 novembre), evitando il rischio «plebiscito» pro o contro Renzi. E ieri se ne è avuta la dimostrazione plateale. Un'intera, lunga assemblea nazionale del Pd, introdotta dalla relazione del leader, e non ne esce neanche mezzo titolo di quelli che piacciono ai cronisti politici. Niente Bersanellum contro Italicum, niente polemiche sul Sì e sul No al referendum, nessuna intemerata della minoranza contro il segretario, neanche un Bersani o un D'Alema da intercettare al bar per l'ennesimo sfogo anti-Renzi.
All'ordine del giorno ci sono l'Europa e la crisi internazionale, il premier ha invitato a parlarne una sfilata di ministri e tutti volano alto, ignorando il cortile della politica italiana e delle baruffe interne al Pd. Solo lui, in verità, si concede en passant un paio di frecciatine ai grillini (facendo saltare i nervi a Di Maio, che lo accusa di «alimentare campagne di odio») e una captatio benevolentiae verso Berlusconi. «Non mancheranno le occasioni di discutere nel Pd - premette - Siamo democratici: noi discutiamo apertamente, non inseguiamo le lobby di nascosto» (di qui l'ira funesta di Di Maio). Ce n'è anche, con nonchalance, per la sindaca Appendino: «Mentre qualcuno taglia il wifi perché fa male, noi firmiamo accordi con Amazon e Cisco». Quanto al Cavaliere, «l'alternativa a questo governo si chiama centrodestra, è ancora grande: guai a sottovalutarlo».
Per il resto, il premier rivendica ruolo e visione della politica italiana in Europa, cala l'asso Ventotene, dove «ad agosto Merkel e Hollande saranno nostri ospiti» per discutere del futuro della Ue. Chiede di accelerare sulla Brexit, denuncia gli «errori di chi in passato ha consentito alla tecnocrazia di decidere sulle banche: abbiamo avuto paura di giocare il nostro ruolo». Descrive il fosco scenario mondiale, dagli attacchi terroristici alle epurazioni di Erdogan al pericolo Trump: «L'Italia deve essere leader del disegno alternativo alla paura e al terrore», dice. E, per una volta, anche la minoranza Pd lo segue.
Roberto Speranza si limita ad invocare una «rifondazione del socialismo europeo», mentre Gianni Cuperlo si prende gli elogi del ministro degli Esteri Gentiloni per il suo intervento, e ricambia con lodi al governo. Persino Francesco Boccia, che aveva appena attaccato Padoan e la linea dell'esecutivo sulle banche ammette: «Sulle epocali sfide internazionali il Pd è compatto». E già questa è una notizia.
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