RomaDa Luanda, Matteo Renzi assicura: «Con il sorriso sulle labbra ma con una determinazione ferrea porteremo a casa le riforme». Oggi in Senato iniziano le votazioni, e si apre la settimana cruciale per le riforme del premier. Che avverte i dissidenti: «L'ostruzionismo vuole bloccare il volere dei cittadini ma non sono preoccupato e non credo che il Paese sia in mano ad una minoranza che fa ostruzionismo».
Cambiando di nuovo linea, Beppe Grillo riapre le trattative col Pd incalzandolo con sei nuovi punti, preferenze in testa, su cui reclama risposte. «Un teatrino da prima Repubblica», lo liquida Renzi. Ma anche dal Pd arrivano pressioni per cambiare l'Italicum, e se ne fa portavoce l'ex segretario Bersani. E da Forza Italia Berlusconi sembra frenare sul Senato. La settimana inizia in salita, e mentre Matteo Renzi è ancora in missione in Africa, dal Nord Europa arriva qualche spiffero gelato sulle speranze italiane. Secondo l'autorevole settimanale tedesco Spiegel, versione online, la Cancelliera Merkel avrebbe bocciato la candidatura di Massimo D'Alema a Mister Pesc, ma anche le chance del ministro degli Esteri Mogherini sarebbero «notevolmente calate», mentre vengono date in rialzo quelle della francese Elizabeth Guigou, ex ministro della Giustizia. Secondo Spiegel sul nome della Guigou ci sarebbe l'accordo di «molti stati membri». Ed è ancora un sito tedesco, quello del giornale Die Welt, a sparare un'intervista al neo-commissario economico Ue, il finlandese Jyrki Katainen, che suona come un avvertimento all'Italia: nessuna «interpretazione creativa» del Patto di Stabilità, «la cosa più importante per l'Italia è quella di attuare finalmente le riforme». Per Katainen «discutere di una maggiore flessibilità nell'interpretazione del patto di Stabilità è pericoloso, è un dibattito sbagliato». Le misure di stimolo che passino attraverso la crescita del debito, secondo il neo commissario, «le possono varare solo quei paesi che possono permetterselo».
Governo italiano e Pd rispondono per le rime. «Con tutto il rispetto per Katainen - dice il sottosegretario con delega alla Ue Sandro Gozi - ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in Europa non lo dice il commissario pro tempore finlandese, ma il Consiglio dell'Unione europea». Pungente anche l'eurodeputata Simona Bonafè: «Caro Katainen, delle riforme in Italia ce ne occupiamo noi. Quello di cui dovrebbe occuparsi lei è il fatto che in questa Europa grazie all'austerity non c'è sviluppo economico». E anche il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini rimanda al mittente la tirata d'orecchi del commissario Ue: «Non siamo scolaretti indisciplinati: cosa fa l'Italia lo decide il popolo italiano, non un commissario finlandese».
Dal Pd, peraltro, si fa notare che l'intervista pubblicata dal Welt era un colloquio collettivo che anche la Stampa, in Italia, ha riportato, ma i toni risultano diversi: Katainen, spiega l'autore italiano Marco Zatterin «non usa il termine creativo. Dice: Non ci può essere un'interpretazione radicalmente nuova delle regole». E nel testo italiano il commissario finlandese è più aperturista verso l'Italia: «Se solo il governo Renzi riuscisse a concretizzare quanto pianificato sinora sarebbe un passo formidabile per la crescita e la stabilità del Paese e un'eccellente base per le riforme in cantiere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.