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Renzi zittisce i sindacati di polizia: "Non evochino proteste illegali"

Il premier parla a Camera e Senato. "Se perde il governo, perde l'Italia". Sul lavoro: "Oggi mercato basato su apartheid"

Renzi zittisce i sindacati di polizia: "Non evochino proteste illegali"

"I mille giorni sono l’ultima chance per recuperare il tempo perduto, il cartellone di recupero dopo aver perso tanto tempo". Parola di Matteo Renzi che alla Camera ha promesso: "La gravità del nostro approccio nasce dalla consapevolezza forte e diffusa che al termine di questo percorso riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura ma a rimettere in pista l’Italia".

"Se perdiamo non perde il governo, perde l’Italia", ha aggiunto il premier scacciando lo spettro del voto anticipato, possibilità soltanto se il Parlamento dimostrasse di non sapre fare le riforme. In caso contrario "prendiamo l'impegno ad assumere un orizzonte di legislatura e non un orizzonte limitato, andando a votare nel 2018".

"Da questa parte del tavolo non abbiamo minimamente paura di confrontarci con gli italiani e lo abbiamo dimostrato. Noi non siamo partiti con l’obiettivo di tenere in piedi la Legislatura nè siamo interessati a tenere in piedi la carriera di un singolo parlamentare o di un membro governo, ma a tenere in piedi Italia".

Per quanto riguarda la situazione del Paese e della sua reazione alla crisi, avverte: "Oggi siamo in momento in cui l’eurozona è ferma, l’Italia ha interrotto la caduta ma non basta, non è sufficiente. I numeri non sono più devastanti ma chi si accontentasse di interrompere la caduta dovrebbe farsi vedere. Noi dobbiamo ripartire e tornare a crescere". Un discorso ottimista, nonostante i dati Ocse che sono tutto meno che confortanti.

Riforme e lavoro

Per questo, promette Renzi, il prossimo obiettivo del governo è quello delle riforme, per cui "sono disponibile a perdere consenso". "Il nostro obiettivo è quello di tornare a crescere partendo dagli occupati: abbiamo bisogno reimpostare e rovesciare scommessa politica e economica di questo paese", ha detto il premier, ribadendo che l'esecutivo è con "l'Italia che si spezza la schiena" e non con i "professionisti della tartina e presunti esperti che non hanno previsto la crisi e hanno poi sbagliato a dare le risposte".

Ed è scontro con l'Associazione nazionale magistrati (Anm), che al premier ha chiesto di mettere in campo un testo di legge diverso da quello presentato, che "ha deluso". "Quello che serve sono buone riforme - ha detto il presidente Rodolfo Sabelli -, non slogan né dichiarazioni di intenti e di facciata".

Se già in giornata Renzi aveva parlato ai sindacati, sostenendo di rispettare "il dibattito parlamentare ma anche le esigenze che ci arrivano dagli imprenditori" e che il governo è pronto "anche a intervenire con misure di urgenza, perchè sul lavoro non possiamo perdere anche un secondo in più", in serata le sigle gli hanno risposto che "continuano a mancare indicazioni precise su quali saranno le misure economiche che l'esecutivo intende adottare non tra tre anni, ma nelle prossime settimane".

Il premier aveva detto che "al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non potrà essere quello di oggi. Non c’è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B. Deve essere superato un "mondo del lavoro basato sull’apartheid".

Giustizia

Sulla riforma della giustizia: "Deve cancellare il violento scontro ideologico del passato", ha ribadito Renzi, sottolineando che l’indipendenza della magistratura è un valore assoluto, che deve essere rispettato "sia se fa comodo che se non fa comodo". Ma poi avverte le toghe: "L’Eni è stata raggiunta da uno scoop e poi da un avviso di garanzia. Noi aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze ma non consentiamo a un avviso di garanzia di cambiare la politica aziendale di questo Paese".

Europa e polizia

Parlando alla direzione del Partito Democratico, Renzi ha poi detto che "la parola crescita deve tornare nel vocabolario europeo" e che il Pse deve "essere molto chiaro nel chiedere alla commissione chiarezza sugli obiettivi espressi ma non ancora dettagliati a sufficienza da Juncker".

Il presidente del Consiglio ha parlato anche del confronto aperto con le forze di polizia sul tema stipendi, chiarendo "che i sindacalisti delle forze dell'ordine non possono permettersi di evocare forme di protesta contro la legalità.

Non è consentito a nessuno utilizzare una discussione vera e reale per esercitare una pressione indebita".

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