Renzi nega l'emergenza: «Chi lo dice è meschino»

Il premier minimizza il caos migranti e attacca Ma la foto choc di un bimbo affogato scuote la Ue

N essuna emergenza sul fronte immigrazione per Matteo Renzi. Anzi è «meschino» chi dice il contrario e parla di invasione. È scontro tra governo ed opposizione sulla gestione del flusso di migranti con Matteo Salvini che parla di «bugie del sistema di informazione renziano». Il leader della Lega replica all'accusa del premier con un tweet «io sono meschino ma non schiavista complice o fesso».

Renzi dunque sostiene che è improprio parlare di «emergenza» perché i numeri «sono più o meno gli stessi degli ultimi due anni». Non sono soltanto i numeri però a definire un'emergenza. Non è forse un'emergenza la morte di 700 persone ed in particolare di almeno 40 bambini soltanto nell'ultima settimana lungo le rotte del Mediterraneo? E non è un'emergenza la mancanza di centri decentemente attrezzati dove trattenere i migranti? E non è un'emergenza l'incapacità dell'Europa di lavorare insieme? Forse non è un problema di numeri ma di gestione certamente sì. E quanto sia grave questa emergenza lo dimostra anche la drammatica foto che ha sconvolto tutta Europa: il corpicino senza vita di un bimbo di nemmeno un anno tra le braccia di un soccorritore.

L'immagine, diffusa dalla Associated Press, è stata scattata durante un'operazione di Sea-Watch venerdì scorso a largo della Libia, subito dopo che un barcone di legno era affondato con 45 persone a bordo. «Sembrava una bambola, con le braccia tese», ha raccontato l'uomo che tentato di salvarlo. «L'ho preso in braccio per proteggerlo, come se fosse ancora vivo, con i suoi occhi luminosi e amichevoli, ma immobili».

Ma il governo si dice tranquillo mentre l'Europa guarda preoccupata ad un'Italia che vorrebbe più autonoma nella gestione dei flussi dei migranti, criticandola pure per come coordina l'accoglienza. Ovviamente in un gioco allo scaricabarile nel quale nessun paese intende farsi carico di nuovi costi per sostenere quella che è chiaramente un'emergenza sociale.

E infatti i paesi che possono farlo come unica risposta chiudono le frontiere. La Bulgaria sta completando la barriera di 35 chilometri di filo spinato che entro la fine dell'estate di fatto blinderà la frontiera con la Turchia.

E intanto la Ue continua a bacchettare il governo italiano. Nel rapporto annuale dell'Agenzia Europea per i diritti fondamentali pubblicato ieri si rimprovera l'Italia di non verificare «che l'ordine di rimpatrio dei migranti irregolari sia stato effettivamente eseguito». Il rapporto critica pure la mancanza di tutele per i minori soli, troppo lunghi i tempi per la nomina di un tutore. Così le bacchettate all'Italia salgono a tre.

A sostenere la tesi «tutto va bene» c'è anche Maria Elena Boschi che da Berlino assicura che la Germania «appoggia il Migration Compact nella sua struttura». Ma il ministro è costretta ad ammettere che «sugli eurobond c'è una discussione aperta». E infatti i finanziamenti reali da destinare ai paesi d'origine dei flussi sono ben lontani dalla cifra vagheggiata nei giorni scorsi di 60 miliardi. In tutto si arriverà a 4,5 miliardi di euro per il piano che prevede una serie di accordi con Mali, Niger, Sudan e anche Pakistan. Intanto però anche l'accordo stipulato con la Turchia fatica a decollare. A confermare le difficoltà il presidente della Camera, Laura Boldrini. «Bruxelles ha deciso di non procedere fino a che non si avrà da parte turca l'impegno a soddisfare tutti i criteri previsti», spiega.

E per completare il quadro ieri la Marina libica del governo di unità nazionale ha ammesso di non avere alcuna possibilità di fermare i barconi di migranti verso l'Italia perché mancano pattuglie in grado di controllare le coste. Proprio per questo il governo sta lavorando ad un accordo con la Libia.

Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha offerto al suo omologo Milad Mohamed Maatoughcon la disponibilità a fornire uomini e mezzi alla Libia con l'obiettivo di aumentare la sicurezza delle coste addestrando la guardia costiera locale.

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