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Renzi parla ma non ferma la valanga

Il premier: "Il sistema del credito deve cambiare". E il bail-in azzoppa i prestiti

Renzi parla ma non ferma la valanga

Roma - Anche se tra Palazzo Chigi e ministero del Tesoro si cerca di restituire all'esterno un'immagine di pensoso e impegnato attivismo, sono di modesta e impercettibile entità i risultati dell'azione politica da contrapporre al calo della Borsa (-20% in un mese, -33% negli ultimi sei) trascinata giù dai titoli bancari e dalla risalita dello spread.Il crollo dei titoli bancari a Piazza Affari e le pressioni tedesche per rendere sempre più difficili gli investimenti delle banche in titoli di Stato (la cui rischiosità percepita sta aumentando, come testimoniato dallo spread) hanno fatto il resto. A questa situazione di oggettiva difficoltà il premier Matteo Renzi ha replicato nella sua newsletter ricordando che il Consiglio dei ministri approverà «ulteriori misure per consolidare il sistema e incoraggiare i processi di trasformazione e fusione». Nella riunione odierna, infatti, dovrebbe vedere la luce il pacchetto onnicomprensivo riguardante l'autoriforma del credito cooperativo, le modalità per applicare una garanzia pubblica alle cartolarizzazioni di sofferenze e i rimborsi ai risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara. Si tratterà, però, di misure (eccetto quelle per le Bcc) che non risolvono la partita, che giungono in ritardo e i cui annunci non hanno prodotto effetti concreti sul mercato. Il sistema delle cartolarizzazioni è poca roba rispetto a una montagna di 200 miliardi di sofferenze.«Il punto chiave è che il sistema bancario deve trasformarsi: in futuro ci saranno meno sportelli e più digitalizzazione, meno retail e più banche di investimento», ha chiosato il capo del governo assecondando, in un certo senso, i desiderata dei regolatori internazionali che stano disegnando quadri normativi volti a favorire trading e consulenza piuttosto che la tradizionale operatività legata alla concessione di prestiti e mutui. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha invece voluto lanciare un messaggio distensivo. «Sono fiducioso» sul fatto che una «soluzione sarà trovata per Mps», come se da Siena dipendessero i destini dell'intero sistema bancario italiano.Il bail in, come un serial killer, continua a mietere vittime. Se le prime sono state i detentori di azioni e obbligazioni subordinate dei quattro istituti «salvati» a fine novembre, le secondo a cadere sul terreno sono state le aziende. Secondo le rilevazioni statistiche di Bankitalia, a dicembre i finanziamenti bancari alle imprese sono calati dello 0,7% su base annua ritornando in negativo dopo il timido +0,2% di novembre. È chiaro che le regole del salvataggio interno, che impongono ulteriore prudenza nella gestione del patrimonio, si sono riverberate sulla concessione di prestiti.

Non meno incoraggiante la scelta di depennare il tema dell'assicurazione europea sui depositi, che tranquillizzerebbe i mercati, dal menu del vertice Ecofin di venerdì prossimo. E pensare che Padoan avrebbe voluto una moratoria sul bail in. Ma le facce torve di Schäuble e di Weidmann hanno imposto il dietrofront.

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