Non è un buon momento per Italia Viva. Nonostante abbia reso possibile l'approdo di Mario Draghi a Palazzo Chigi e la sostituzione di ministri come Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina, il partito di Matteo Renzi non si schioda dal 3% e non riesce a salire nei sondaggi. Gli italiani dunque non sembrano affatto fidarsi della sua creatura politica, che ora deve fare i conti con un terremoto che a breve potrebbe smottare il terreno sotto Iv. In mattinata il senatore Eugenio Comincini ha annunciato in via ufficiale l'addio, spiegando i motivi alla base di questa scelta: "Italia Viva oggi appare sospesa, non decisa su aspetti sui quali per me non può esserci confusione". A suo giudizio i poli restano due: quello di centrodestra e quello di centrosinistra. "Non c’è una terza via: io non vedo le condizioni perché possa nascere un soggetto centrista liberaldemocratico", sostiene Comincini.
Contestualmente il senatore ha annunciato di aver chiesto di rientrare nel Partito democratico, ringraziando il segretario Enrico Letta, il capogruppo Marcucci e i segretari Peluffo e Roggiani. Comincini nelle prossime ore formalizzerà la propria decisione alla presidente del Senato Casellati per poi riprendere l'attività insieme ai senatori con cui aveva iniziato questa legislatura: "Grazie per l'accoglienza, non era affatto scontata dopo la mia scelta di un anno e mezzo fa".
Terremoto a un passo?
Il senatore ha diramato la scelta sulla chat dei parlamentari di Iv: "Avevo concordato che la mia comunicazione sarebbe avvenuta dopo l'Assemblea nazionale. Le anticipazioni giornalistiche di venerdì, fatte dal Foglio, sono state il modo peggiore di congedarmi da voi: so bene che hanno creato a Matteo e a tutti voi un inutile, inatteso ed indesiderato problema rispetto all'Assemblea. Mi dispiace da morire essere stato causa di questo problema. Problema che ovviamente ha investito anche me. Mi scuso con tutti voi, mio malgrado, se questa mia scelta è stata usata in modo improprio contro Italia Viva".
Potrebbe però non trattarsi di un caso isolato. Infatti, stando a quanto appreso e riportato dal Corriere della Sera, oltre a Comincini altri due renziani sarebbero pronti ad annunciare l'addio al gruppo di Matteo Renzi: il deputato Camillo D'Alessandro e il senatore Leonardo Grimani potrebbero rientrare nel Partito democratico con cui erano stati eletti in occasione delle elezioni Politiche del 4 marzo 2018. Tra le voci critiche rientrerebbero pure il deputato Marco Di Maio e il senatore Mauro Marino.
Proprio nelle scorse ore Matteo Renzi ha lanciato la sfida al Pd sul tema della giustizia e del reddito di cittadinanza: "Il Pd sta dalla parte dei grillini e di Travaglio? Da che parte sta sulla prescrizione? Dalla parte del diritto o dalla parte di Bonafede? Vogliamo essere riformisti? In Parlamento c'è una maggioranza
garantista: da che parte sta il Pd? Con noi o con i Cinque Stelle?". Indiscrezioni clamorose fanno sapere che l'ex presidente del Consiglio starebbe addirittura meditando il passo di lato per placare i malumori nel partito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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