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Renzi porta il vino a Obama: sarà mica quello di D'Alema?

Con quindici mesi di ritardo Renzi viene invitato alla Casa Bianca. Si parla di tutto e di niente: i nodi più importanti non vengono sciolti

Renzi porta il vino a Obama: sarà mica quello di D'Alema?

"Purtroppo non ho antenati italiani ma mi considero un italiano onorario perché amo tutto dell’Italia". E ancora: "Renzi ha portato molta energia e senso di visione, è un premier che vuole vedere una crescita nel suo Paese". Barack Obama saluta con calore il premier italiano, forse anche perché lo ha snobbato a lungo. L'invito alla Casa Bianca è, infatti, arrivato a Matteo Renzi con quindici mesi di distanza. Lo ha fatto portando con sé una cassa di vino per scaldare il palato al presidente statunitense. Sa bene che Barack è un ottimo intenditore, così ha pensato di fargli un po' di rifornimento. Chissà se gli avrà portato quello di Massimo D'Alema. Quello stesso vino finito nelle scorse settimane al centro dell'inchiesta sulle mazzette ischitane.

"È un grande piacere dare il benvenuto a Renzi alla Casa Bianca - dice Obama - dovrei dire ben tornato, tanti anni fa è infatti venuto quando era un dinamico sindaco di Firenze, ora è un dinamico premier italiano. Sono rimasto impressionato dall’energia e dalle sue riforme". Renzi si fa una gitarella negli States per parlare di tutto e di niente. Gira un ottimo spot in vista delle imminenti elezioni e proprio mentre i sondaggi lo danno in forte calo. Nel corso della conferenza stampa si parla di tutto e un po': dalla crisi economica al rischio default per la Grecia, dal nucleare iraniano alla minaccia dello Stato islamico. Troppi slogan, zero novità. In cima alla agenda ci sono i conflitti che infiammano alle porte dell'Europa. Conflitti che indirettamente minacciano anche gli Stati Uniti. In primis, il conflitto in Ucraina. "Abbiamo parlato di temi di sicurezza europea - spiegano - noi sosteniamo gli accordi di Minsk". Accordi che invitano Mosca e Kiev a rispettare. Poi c'è la partita del Mediterraneo dove il caos libico e l'avanzata dello Stato islamico minacciano l'Unione europea. Obama ha messo in chiaro che gli Stati Uniti continueranno a "sostenere gli sforzi e il ruolo guida dell’Italia nel Mediterraneo: lavoreremo in modo estensivo con l’Italia per fronteggiare le minacce dell’Isis".

"Nel 2014 abbiamo iniziato ma c’è molto da fare. La leadership americana è un punto di riferimento". Per quanto riguarda la politica interna Renzi ha riconosciuto negli Stati Uniti un modello da seguire per una nuova stagione di crescita economica. "È finito il tempo della sola austerità ma per raggiungere questo obiettivo i governi nazionali devono fare le riforme - ha spiegato il premier - noi siamo impegnati per realizzare ogni riforma promessa ai nostri cittadini. Anche se in Italia c’è chi vorrebbe tutte le volte ripartire da zero, le riforme hanno preso una strada che non ha possibilità di essere bloccata". Renzi ha dato una timeline di sei mesi per portare a casa tre riforme che giudica importanti per l'Italia: giustizia, pubblica amministrazione e fisco.

Poi ha annunciato: "Nei prossimi mesi dobbiamo investire in education, education, education".

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