Giorgia Meloni ottiene la fiducia al Senato, nell'opposizione domina il caos. Altro che fiducia. Beppe Grillo non si fida di Giuseppe Conte, al Nazareno tutti diffidano di tutti e Matteo Renzi sfida il Pd. Il leader di Italia Viva interviene prima di Silvio Berlusconi e spariglia le carte nel vasto fronte che non sostiene il governo di centrodestra. Nel pomeriggio, nel Salone Garibaldi del Senato, Renzi scherza: «Sul tetto al contante parla Calenda». Poi sornione, fa il fantasista. «Lei ha fatto un'apertura importante sulle riforme costituzionali. Se c'è un'apertura sulle riforme istituzionali, un no a prescindere per me è sbagliato», dice a Meloni. Parla di «due opposizioni», e provoca i dem, che rispondono rumoreggiando. «Tra tutti i motivi su cui si potrebbe attaccare la Meloni voi scegliete la questione della rappresentanza di genere o del merito? È masochismo», si rivolge al Pd. Meloni sorride. E ancora Renzi: «Se la maggioranza vorrà sfidarci sull'elezione diretta del premier, noi siamo pronti». Il capo di Iv si spinge perfino a difendere la definizione di ministero della Sovranità alimentare: «C'è differenza tra sovranità e sovranismo. Volete farvi rubare anche Slow Food e Carlin Petrini dalla destra?»
Mentre il Pd prepara il prossimo congresso - oggi in programma la segreteria e domani la Direzione - il ruolo di opposizione dura se lo prende tutto il M5s. Conte attacca sul tetto al contante ed evoca il ritorno di «mazzette e valigette». E a proposito di giustizialismo, c'è l'ex pm Roberto Scarpinato, senatore stellato, che va indietro con le lancette della storia: «Pino Rauti e Ordine Nuovo sono riferimenti per Fdi». Scarpinato tira in ballo anche la strategia della tensione. Meloni replica sull'«approccio ideologico del senatore Scarpinato» e punge sul «teorema di parte della magistratura, a cominciare dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di Via d'Amelio». Ma la prima metà della giornata, in campo Cinque Stelle, è segnata dall'arrivo di un altro fantasista, Grillo. Il Garante corre a Roma per blindare il suo contratto di consulenza con i gruppi da 300mila euro annui. «Siete qui grazie al limite dei due mandati», sfotte i parlamentari riuniti al Senato. «Spero che il governo duri a lungo», continua Grillo, che abbraccia Conte.
Il Pd converge con Conte contro il tetto al contante, «significa evasione», dice la capogruppo a Palazzo Madama Simona Malpezzi. Che risponde a Renzi, che prima l'aveva accusata di aver cambiato idea su scuola e merito, mettendo l'accento sulle disuguaglianze sociali. Ma il dibattito interno è infuocato. L'ala vicina a Nicola Zingaretti e a Goffredo Bettini spinge per tornare con i grillini. Gli ex renziani scaldano i motori per riprendersi il partito con Stefano Bonaccini segretario.
Dario Franceschini punta sul sindaco di Firenze Dario Nardella, l'ex ministro Andrea Orlando vorrebbe correre ma la sua stessa corrente è divisa. Intanto Enrico Letta, secondo Dagospia, vorrebbe tornare a Parigi a fare il docente a Sciences Po.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.