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Renzi tenta Alfano: sbarramento al 3% in cambio della Sicilia

Legge elettorale, voci di un incontro tra Gianni Letta e il segretario Pd. Contatti Pisapia-Mdp

Renzi tenta Alfano: sbarramento al 3%  in cambio della Sicilia

La legge elettorale? «Una discussione importante, ma interessa gli addetti ai lavori e chi vuole posti in parlamento. A me interessano più i posti di lavoro», dice Matteo Renzi. Che ieri sera smentiva la voce di un incontro riservato con Gianni Letta, per discutere di un eventuale ritorno sul sistema tedesco. Nessun incontro, secondo Renzi: «Di legge elettorale si parlerà a settembre».

Intanto il Pd cerca di risolvere entro la settimana prossima il caso Sicilia. I nemici interni di Renzi aspettano solo la sconfitta alle Regionali per rimettere in discussione il leader appena rieletto dalle primarie, e impedirgli di essere il dominus delle future liste elettorali. Due gli obiettivi renziani: costruire una coalizione più larga possibile, e farle indicare un candidato «della società civile», non riconducibile al Pd. Renzi, che mercoledì era in Sicilia, ne ha parlato col sindaco di Palermo Leoluca Orlando, cui è delegato il compito di lavorare in loco ad alleanze e candidato. A Roma invece si dà la caccia ad Angelino Alfano, che ieri ha avuto abboccamenti con gli emissari renziani, Graziano Delrio e Lorenzo Guerini. Obiettivo: strapparlo al centrodestra, con cui Alfano è in trattative avanzate in Sicilia. Ma per il ministro degli Esteri rimane il problema assai serio della sopravvivenza nazionale alle prossime elezioni politiche, con Salvini che ha messo il veto sull'alleanza con Ncd. Per questo, il Pd ha avanzato la sua tentatrice proposta (la stessa fatta a Pisapia): una coalizione al Senato, dove lo sbarramento è vertiginoso (8%) ma si abbassa al 3% per i partiti coalizzati. Il Pd peraltro può contare su un alleato interno a Ncd e vicinissimo ad Alfano, Salvatore Misuraca, appassionato sponsor della riedizione dell'alleanza di centrosinistra con cui Orlando ha vinto a Palermo. L'esito dei colloqui con Alfano è stato interlocutorio: «Devo parlarne con i miei», ma al Nazareno si nutriva un cauto ottimismo.

Il modello, del resto, è quello che ieri il vicesegretario Pd Maurizio Martina indicava per le prossime elezioni politiche: «Uno schema plurale, che abbia come baricentro il Pd, e mi auguro che lungo questo percorso si riescano a coinvolgere personalità come Giuliano Pisapia e Carlo Calenda». Alfano non era citato, ma l'offerta pare sia sul tavolo. Quanto a Pisapia, l'ex sindaco ha dato ieri un contentino a Mdp, dopo lo scontro sulle effusioni con la Boschi e dopo settimane in cui Speranza e Bersani lo imploravano di tornare sui suoi passi e riprendere il dialogo. E ha annunciato che a ottobre si farà un'assemblea per vedere se si può rilanciare con loro il progetto di un soggetto di «centrosinistra aperto».

Di qui a ottobre, però, le strade potrebbero tornare a dividersi tra Pisapia, che vuole mantenere un dialogo col Pd sulla legge elettorale, e Mdp che in autunno potrebbe rompere col governo Gentiloni.

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