È l'ora delle spinte e delle controspinte, dei tentativi per saggiare la reazione di alleati e avversari. Per questo prendere come definitivi gli annunci pubblici e le confidenze private è inutile per capire che cosa succederà domani e nei prossimi giorni. Anche perché a questo va aggiunto un clima inquinato dalle ansie di prestazione di alcuni dei vincitori del referendum (Grillo e Salvini) e dai falli di frustrazione degli sconfitti (renziani e alfaniani).
Ci vorranno giorni per capire che cosa il presidente Mattarella deciderà o potrà decidere. Renzi ha tentato un blitz: dimettersi, impedire come segretario del Pd l'insediamento di un nuovo governo e restare quindi in carica fino alle elezioni incassando non pochi vantaggi tattici e pratici (cioè fare la campagna elettorale con le risorse, i poteri e la visibilità da premier). Preso in castagna (e stoppato da Mattarella) nelle ultime ore mette sul piatto una alternativa: nuovo governo fino a fine legislatura ma con tutti dentro, una riedizione della tragica esperienza di Mario Monti. Renzi vuole che a sporcarsi le mani con una ammucchiata sia anche la sua minoranza, Forza Italia e se ci stessero pure Lega e grillini.
L'uomo che dopo la sconfitta doveva ritirarsi a vita privata perché «io non sono come gli altri» resta attaccato alla poltrona con tutte le sue forze. Trama e minaccia ma il suo cilindro magico è rimasto a vuoto di conigli. Sia il blitz sia l'ammucchiata sanno tanto di furbata di un uomo rimasto senza idee e senza munizioni. Sta buttando la palla in campo avverso alla rinfusa gli appassionati di calcio direbbero alla carlona - per evitare di subire il colpo del ko. Ha la necessità di guadagnare tempo per riorganizzare il suo esercito in rotta. È in una posizione di debolezza ma proprio per questo assai pericoloso. L'uomo, come ben sa chi lo conosce, è capace di qualsiasi cosa pur di salvare se stesso. Io non abbasserei la guardia, ma soprattutto non mi fiderei di qualsiasi cosa dica o prometta. La questione in realtà è più semplice di quella che appare: nuova legge elettorale, possibilmente proporzionale, e poi subito al voto. Nei tempi che saranno necessari per fare le cose per bene.
Come organizzare tutto questo non è compito e responsabilità della maggioranza, di cui Renzi, non essendo andato a casa è ancora il capo. L'opposizione, fino a ieri disprezzata e umiliata, può valutare se approvare o respingere. Non risolvere i suoi problemi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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